Putin, un altro suo oppositore messo fuorigioco

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-di MAGDA LEKIASHVILI-

Vladimir Putin si libera del suo concorrente. Mercoledì scorso un tribunale russo ha condannato l’attivista Alexei Navalny. La condanna è per appropriazione indebita, però è ovvio, nasconde motivazioni politiche – il verdetto impedisce al principale oppositore di Vladimir Putin di portare avanti la sua candidatura per le elezioni presidenziali di marzo 2018.

Nel corso dell’udienza nella città di Kirov, mercoledì, il giudice (Alexei Vtyurin) ha confermato la colpevolezza di Navalny. Secondo l’accusa quest’ultimo aveva commesso i reati quando ricopriva l’incarico di consigliere del governatore della regione di Kirov, Nikita Belij. Sfruttando la sua posizione, avrebbe favorito una vendita di legname della ditta Kirovles a una società gestita da un suo conoscente a un prezzo inadeguato, impossessandosi di 10 mila metri cubi di legna dell’impresa statale Kirovles, per un valore di 16 milioni di rubli (circa 260mila dollari). Navalny aveva un precedente nel 2013 per le stesse accuse, ma la sentenza fu annullata dalla Corte Suprema, quando la Cedu (Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali) aveva denunciato violazioni durante il processo. Secondo l’imputato il suo arresto rispecchiava le regole del gioco di Vladimir Putin per screditarlo e impedirgli di candidarsi alla presidenza della Russia.

Navalny è uno dei più importanti oppositori di Putin, ha guidato le proteste seguite alle elezioni legislative del 2012. Nel giorno della sua condanna attraverso twitter ha fatto sapere che non ha intenzione di mollare e che non riconosce il verdetto: “Sarà annullato e continuerò a partecipare alla campagna”. Ma intanto, se Navalny finirà per i prossimi 5 anni in carcere, dovrà dire addio alle sue ambizioni presidenziali.

Non è la prima volta che gli oppositori del presidente Putin spariscono dalla scena politica prima delle elezioni. Esattamente due anni fa (27 febbraio del 2015) morì uno dei suoi principali avversari, Boris Nemtsov. Venne ucciso in un agguato: omicidio rimasto senza pubblica rivendicazione. Un paio di settimane prima del suo assassinio, Nemtsov aveva dichiarato di temere per la propria vita.

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