Imprese e occupazione: in Italia “piccolo è sempre più bello”

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In Italia i lavoratori dipendenti sono poco meno di dodici milioni e la metà sono operai. È questa la fotografia che consegna l’Inps con il suo rapporto. L’Istituto di previdenza ha censito, nel 2015, agricoltura esclusa, un numero medio di dipendenti pari a 11,9 milioni, con un incremento dell’ 1,4% sul 2014 quando erano 11,74 milioni. In larga misura si tratta di lavoratori con contratto a tempo indeterminato (85,69). Inoltre il calcolo ha riguardato tutti i connazionali che hanno svolto attività lavorativa almeno un giorno al mese. Lo scrive l’Inps ricordando che si tratta di lavoratori impiegati almeno un giorno ogni mese e spiegando che l’85,69% di questi ha un contratto a tempo indeterminato. I dipendenti con un orario a tempo pieno rappresentano del 73,2% del totale con un piccolo decremento rispetto al 2014 quando erano il 74,1 per cento. Inoltre, è aumentato anche il numero, rispetto al 2014 di coloro che hanno lavorato almeno un giorno nel corso dell’anno: 14,4 milioni con un incremento del 2,8 per cento.

Gli operai con almeno un giorno di lavoro retribuito in ogni mese sono stati 6,27 milioni, oltre il 52,6% dell’insieme dei lavoratori dipendenti. Sono 7,9 milioni, invece, gli operai che nel corso dell’anno sono riusciti a lavorare per un giorno, cioè il 54,9 per cento del totale. Gli impiegati rappresentano il 37,7%, gli apprendisti e i quadri rispettivamente il 3,1% mentre i dirigenti sono lo 0,8%.

I dipendenti del settore privato hanno percepito una retribuzione media annuale di 21.341 euro lavorando 240. Gli operai (7,9 milioni considerando quelli che si son visti retribuire almeno una giornata di lavoro nel corso dell’anno) hanno potuto contare su una retribuzione media di 15.862 euro (224 giornate lavorate) mentre i dirigenti con 301 giorni lavorati hanno percepito un salario medio di 138.428 euro. Gli impiegati (5,4 milioni sempre considerando quelli con almeno un giorno di lavoro) con 258 giorni di lavoro hanno percepito una retribuzione di 24.055 euro. Il salario risulta molto più alto per gli uomini (24.653) rispetto alle donne (16.828 euro), una disparità che è prodotta anche dalla maggiore diffusione tra le donne del part time. Se si guarda alla media dei lavoratori dipendenti del privato (quelli con almeno una giornata retribuita in ogni mese) gli 11,92 milioni sono il risultato di medie molto diverse nei vari mesi. I dati raccontano la notevole incidenza che hanno avuto almeno nel 2015 gli sgravi contributivi. I lavoratori dipendenti a tempo indeterminato sono, infatti, passati dai dieci milioni di gennaio ai 10 milioni e 680 mila di dicembre con un incremento spettacolare proprio in quell’ultimo mese dell’anno visto che a novembre erano 10 milioni 387 mila quattordici. Sempre considerando la media annua i lavoratori a tempo pieno erano nel 2015 il 73,2% (8,7 milioni) mentre le varie forme di tempo parziale erano il 26,8%. Prevale il tempo parziale orizzontale con oltre 2,8 milioni di dipendenti privati (+4,5%).

Ma qual è l’identikit del mondo produttivo dal punto di vista dell’occupazione? La dimensione preferita è quella piccola, al di sotto dei quindici dipendenti che era il limite un tempo per l’applicazione dell’articolo 18. I dati sono chiari. In Italia le imprese in attività sono un milione e 644 mila ma quelle che non superano quella soglia di occupati sono un milione 542 mila pari al 93 per cento del totale. Ma dal punto di vista occupazionale la piramide è rovesciata perché in quell’oltre milione e mezzo è impiegato il 37 per cento dei lavoratori; il 63 ha trovato sistemazione in realtà numericamente più robuste. Il dettaglio di questa corsa verso le piccole dimensioni imprenditoriali emerge con ulteriore chiarezza: il 79,48% circa delle imprese occupa da una a cinque lavoratori. Oltre i sedici dipendenti va solo il 6,22 per cento delle imprese occupando però il 63,55 per cento dei lavoratori.

I lavoratori dipendenti in somministrazione con almeno una giornata retribuita nel corso dell’anno sono stati 599.821 (+16,1% sul 2014), con una retribuzione media di 8.200 euro e una media di 114 giornate retribuite. Nella distribuzione per qualifica, la componente più corposa è quella degli operai che con 436.925 lavoratori rappresenta il 72,8% del totale contro il 25,5% degli impiegati e l’1,7% delle altre qualifiche. Analizzando la distribuzione dei lavoratori per area geografica, più del 70% dei lavoratori dipendenti in somministrazione lavora nel Nord; 16,2 nel Centro, 10,5 nel Sud, 2,5 nelle Isole. Il numero medio di lavoratori dipendenti in somministrazione nel 2015 è stato pari a 275.100 (+16,3% sul 2014).

Infine le imprese. Nel 2015 erano 1.644.628 con un aumento dell’1,87% sul 2014. L’Inps spiega che “questo è il primo aumento degno di nota che si riscontra dal 2008 ad oggi”. A parte un lieve aumento nel 2012 il numero delle imprese con dipendenti era sceso costantemente. Le posizioni lavorative, considerando anche coloro che sono in malattia, maternità, congedo e cig sono 13.419.512 (+2,07%), dato per la prima volta in aumento dal 2008.

 

antoniomaglie

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