Dolori di quorum: Grillo come Orbàn

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Grillo come Orbàn. Le regole? Giuste quando riguardano gli altri; adattabili quando riguardano se stessi. E poi che sarà mai un quorum: solo un’ asticella che bisogna superare in virtù di una legge, di un regolamento, insomma di un impegno a carattere collettivo. In fondo è come averla superata se la si sfiora appena e lo sfregamento la fa scivolare giù educatamente, lentamente. In una Olimpiade (manifestazione non particolarmente gradita ai grillini) un saltatore in alto potrebbe sempre invocare la vittoria pur non avendo ottenuto la misura: “Che volete, in fondo ci sono andato vicino e vi garantisco che volevo riuscirci”. Si potrebbe introdurre, ad esempio, il “record virtuale” che si basa non sulla prestazione ma sul fatto che ci fosse “la chiara volontà” di realizzarla. Grillo come Orbàn. Il presidente ungherese, infatti, dopo aver convocato un referendum contro la costituzione del suo paese, ha deciso che il risultato a lui favorevole è ugualmente valido nonostante la “prestazione” non sia omologabile per mancanza di quorum. Più o meno quello che è accaduto al Movimento 5 stelle che ha organizzato una consultazione sulle modifiche introdotte al non statuto e al regolamento (l’obiettivo dichiarato dal diretto interessato, cioè il comico, è quello di mettersi al riparo dalle azioni legali che hanno avviato contro di lui gli ex militanti delusi) riuscendo a coinvolgere il 64,4 per cento degli aventi diritto: una buona adesione ma insufficiente perché l’asticella era stata sistemata una decina di punti più in alto. Ma per Grillo non contano i codicilli e al pari di Orbàn si appella all’umore del suo popolo: “Faremo in modo che questa volontà venga rispettata”. Un chiaro esempio di rispetto delle regole.

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