-di LUIGI TROIANI-
Sul “come siamo” davanti alle elezioni statunitensi, la dice lunga la foto che sta girando sul web, scattata da Barbara Kinney, operatrice d’immagine al seguito di Hillary Clinton. Ritrae la candidata in visita ad Orlando, in una stanza piena di gente. La signora è su una pedana scrostata, e cerca di mostrarsi al “suo” pubblico. Non c’è uno che la guardi: tutti a spalle girate, impegnati a selfarsi con lei sullo sfondo. La gente osserva Clinton via android o smart, e in ogni scatto controlla che qualcosa di sé compaia, con Hillary, nella foto ricordo.
Stanotte non è andata diversamente. Centinaia di milioni di occhi hanno scrutato attraverso gli screen di televisioni, computer, smart elettronici, i contendenti alla presidenza, gestendo il rapporto con il dibattito attraverso i led di pregiudizi e antipatie più che attraverso la lente del meditato giudizio. In gergo queste si chiamano interferenze. Non consentono al messaggio che qualcuno lancia, di arrivare indisturbato a destinazione. Come nei selfie di Orlando, un pezzettino del sé sta con il candidato: peccato che lo sia a contrario, per opposizione istintiva.
La situazione dovrebbe cambiare da qui alle giornate del voto, ma per ora butta così. La gente, interrogata prima del dibattito della scorsa notte, invece di comunicare chi preferisse, spiegava il suo “dislike”. Clinton non piaceva al 56% degli elettori, Trump al 66%. Della situazione, e dei rischi connessi per le rispettive candidature, devono essersi resi conto sia Clinton che Trump, perché nel dibattito ad Hofstra hanno contenuto i toni, in particolare Trump che ha fatto di tutto per mostrarsi presidenziabile, salvo, di fronte al bilancio negativo della sua apparizione, gridare al complotto dichiarando che, nella tecnologica America!, il suo microfono non funzionava. Visto che a vincere stanotte è stata, per il 62% degli intervistati, la signora Clinton, chissà che al prossimo turno televisivo Trump non torni ai toni sguaiati. Sarebbe perfetto per Hillary, che a quel punto dovrebbe solo tirare il laccio per sbarazzarsi definitivamente di tanto avversario.
Resta la curiosità di sapere se, come hanno anticipato Wall Street Journal e Nbc giorni fa, 1/3 dell’elettorato stanotte ha davvero fermato il suo gradimento su uno dei duellanti. A spigolare in rete, non è andata così e non sorprende: in una campagna di pancia come questa saranno i prossimi dibattiti a convincere, o un qualunque big one emozionale della vigilia. Di stanotte resterà poco. Certamente il ko rimediato da un Trump che, incalzato con cifre e dati da Clinton, sfodera i guantoni del sarcasmo sulla signora rimasta a casa a prepararsi per il dibattito televisivo, mentre lui impazzava da un lato all’altro d’America. Lo tramortisce l’uppercut dell’avversaria “Ho fatto anche un’altra cosa: mi sono preparata a fare la presidente degli Stati Uniti”.
Non resta che attendere il prossimo round. Un paio scarso di settimane e ci risiamo.