La cattiva scuola (3) dei crolli (112 in tre anni)

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-di VALENTINA BOMBARDIERI-

Si è tenuto pochi giorni fa il XIV rapporto sulla sicurezza, la qualità e l’accessibilità a scuola organizzato dall’associazione Cittadinanzattiva alla presenza del ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Marianna Madia. Il rapporto si è concentrato sul rischio sismico delle nostre scuole.

Negli ultimi tre anni scolastici si sono registrati 112 crolli con 18 feriti. Le regioni più coinvolte sono la Lombardia (16 incidenti), il Veneto (12), la Sicilia (11) e la Toscana (10). Solo nello scorso anno si contano 31 crolli di solai, tetti, controsoffitti, distacchi di intonaco, caduta di cancelli e ventilatori: episodi accaduti in modo indifferenziato al Nord, al Centro e al Sud, nei piccoli paesi così come nelle città.

La scuola è il luogo in cui tutti i bambini e i ragazzi trascorrono il maggior numero di ore. Dopo il sisma del 24 agosto il problema della sicurezza scolastica è tornato alla cronaca. Il 54% delle scuole sorgono in zone ad alto rischio sismico, di queste, solo l’8% sarebbe stato costruito, o adeguato successivamente, rispettando le norme antisismiche. Il 15% presenta lesioni strutturali e nel 70% dei casi riguardano la facciata esterna. In un caso su tre, gli interventi statali di riparazione sono stati inadeguati. O addirittura inesistenti.

Tra le regioni che totalmente sprovviste di un Piano d’Emergenza e del Documento di Valutazione dei Rischi (compito del Dirigente scolastico) troviamo la Calabria. Diversamente, tra i virtuosi, sul podio il Veneto (90% di scuole dotate di piano di fuga), poi Basilicata, Friuli Venezia GIulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte e Sicilia (tutte sopra l’80%). Rimandato a settembre l’Abruzzo, con una percentuale del 27%.

Il rapporto di Cittadinanza attiva si concentra inoltre sul tema dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Nel 43% delle scuole mancano posti auto dedicati ai mezzi di accompagnamento per disabili, rampe d’ingresso (nel 18% dei casi manca addirittura il marciapiede) e nell’11% l’accesso è reso ancora più problematico dalla presenza di scalini. Per finire, solo il 23% degli istituti costruiti su più livelli è dotato di un ascensore, che però solo in un caso su 4 è funzionante.

Altro punto affrontato nel rapporto è il tema dell’alimentazione delle scuole dotate di mense. In una scuola su quattro in realtà le mense non sono altro che palestre, aule o corridoi. Con un conseguenti problemi igienici. Mentre il 59% degli edifici scolastici è dotato solo di un distributore automatico. Nonostante le numerose richieste per inserire cibi freschi e addirittura biologici ancora non si vede nessuno spiraglio. Un quadro disastroso delle scuole italiane a cui si aggiunge l’assenza di spazi per le attività sportive e i laboratori. In molte scuole gli studenti sono costretti a spostarsi dal proprio edificio per raggiungere il luogo adibito per l’ora di educazione fisica o per il lavoro in laboratorio.

Cittadinanza attiva conclude il rapporto con nove proposte. Innanzitutto non tutti sanno che esiste un’anagrafe dell’edilizia scolastica a cui poter accedere per verificare l’agibilità delle strutture. Le proposte includono anche una maggiore attenzione ai disabili e ai luoghi per le attività extracurriculari.

Le proposte ci sono, le idee anche. Gli investimenti, invece, restano solo una speranza.

Valentina Bombardieri

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