-di SANDRO ROAZZI-

Ad agosto è ancora deflazione. L’Istat certifica un -0,1% tendenziale che conferma la stasi dei prezzi. Se nulla cambiasse alla fine dell’anno si avrebbe uno zero tondo alla casella inflazione (per consolazione a luglio si era a -0,1%). L’impero… dell’economia dei decimali prosegue. Del resto il dato più significativo costituito dalla economia di fondo, depurata di energia e prezzi stagionali, fa perfino un passo indietro: 0,4% ad agosto contro lo 0,6% di luglio che aveva autorizzato qualche speranza sulla rimessa in moto dei prezzi.

Pesa sempre, ormai siamo alla noia, il calo dei prezzi legati all’energia che si riflette anche sui trasporti e sulla voce abitazione, luce… Perché invece qualche lieve sussulto, ma non incoraggiante per i redditi familiari, si delinea per i beni alimentari, la ristorazione (entrambi sfiorano l’1% tendenziale) come pure l’abbigliamento a dispetto dei… mercatini e delle promozioni ormai eterne.

Lo scenario se è inerte sul piano delle dinamiche generali che tengono in ansia Europa e Bce, si anima ma per quel che riguarda i beni di maggior consumo e questo spinge a valutare la opportunità di misure a sostegno dei redditi. Le ipotesi che circolano su aumenti destinati alle pensioni in essere sono di buon auspicio.

Ma il vero buco nero resta il mancato rinnovo di contratti che riguardano milioni di lavoratori: pubblico impiego e metalmeccanici in primo luogo. A ruota occorrerebbe un segnale deciso sul fisco. Ma su questo punto bisognerà attendere la nuova legge di stabilità e senza troppe illusioni.

Certo è che in tema di fondamentali economici questa seconda parte dell’anno non fornisce buone assicurazioni. Un anno sprecato? Il dubbio diventa lecito, anche se ad esempio eventuali intese fra Governo e parti sociali sui nodi all’ordine del giorno potrebbe migliorare le prospettive. Alla faccia di chi sosteneva che il ruolo delle forze sociali era diventato residuale.