-di MARCO ZEPPIERI-
Una strana coincidenza avvolge il disastro che ha colpito l’Italia centrale in questi giorni. Vent’anni fa, il 27 agosto del 1996, moriva Antonio Cederna uno dei maggiori intellettuali italiani dello scorso secolo, un intellettuale a tutto tondo, politico, giornalista, scrittore che ha urlato e sempre anticipato le storture, le brutture, i disastri ambientali e territoriali a cui il nostro paese, per negligenze politiche spesso volute, andava incontro.
Vedere case e strade distrutte sui media in queste ore obbliga a ripensare a tutte le battaglie portate avanti da Cederna affinché l’Italia non cadesse totalmente in mano a speculatori, amministratori senza scrupoli il cui unico zenit è monetizzare tutto senza rimorsi, Il Mondo, Corriere della sera, la Repubblica e L’Espresso sono state le testate che hanno accolto dall’inizio degli anni cinquanta le sue grida di dolore per un paese che vedeva saccheggiato, profanato da uomini che in nome della modernizzazione stavano distruggendo il futuro Roma sua città di adozione lo vede grande protagonista in battaglie memorabili.
Se l’Appia Antica non è un enorme quartiere completamente cementificato, se parecchi edifici di via Margutta, Via del Corso e via Vittoria non sono stati abbattuti per far posto ad un tunnel di piacentiniana memoria lo dobbiamo solo a lui, alla sua testardaggine, al suo amore per l’essere umano al di là di ogni interesse economico. Vent’anni sono passati ed egli vive solo nel ricordo di coloro che amano questo paese.
Non è stato una Cassandra o un grillo parlante è stato un uomo che aveva messo gli interessi collettivi al di sopra degli interessi personali.
Ora si legge sui giornali di edifici costruiti e ricostruiti secondo le norme e poi finiti sbriciolati senza un perché tecnico (ma morale si).
Cederna aveva denunciato con forza che quando accade ciò è sempre colpa dell’uomo quello con la u minuscola.
Purtroppo siamo circondati da uomini con la u minuscola.