Nell’incertezza aggrappati all’oro

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-di SANDRO ROAZZI-

Il grigio delle incertezze sulla economia internazionale fa brillare il giallo dell’oro. Fra Brexit, tassi rasoterra, terrorismo, turbolenze fra gli Stati in cerca di nuovi equilibri e protezionismo risorgente, la via dell’oro torna ad esercitare un fascino che sembrava appannato fra gli investitori. Le riserve in oro si sono già irrobustite negli anni scorsi con gli Stati Uniti in testa e l’Italia al quarto posto controcorrente la richiesta di oro per gioielli invece che non gode attualmente buona salute provocando flessioni in Paesi esportatori come Cina ed India. Eppure il prezzo è in crescita ed ingolosisce gli investitori a partire da diversi Fondi, scottati dalle bolle immobiliari e prudenti sulle prospettive dei tassi.
Per questi motivi i timori che il prezzo dell’oro potesse scivolare sotto i mille dollari l’oncia sono svaniti in un battibaleno. E c’è chi dice che la resurrezione di questo bene rifugio per eccellenza si debba anche all’avvicinarsi delle elezioni negli Usa, con lampi di protezionismo che fanno pensare ad inediti scenari non solo economici. Si pensi alla ritrosia degli Usa a considerare quella cinese un’economia di mercato, con la conseguenza dell’attestarsi statunitense su un secco no alla attenuazione di una serie di dazi. Del resto l’economia mondiale procede in ordine sparso e sempre più le mosse che si susseguono sono ispirate da ragioni politiche estremamente mutevoli.
Anche in questo caso l’Europa rischia di fare la fine del vaso di coccio fra quelli di ferro. La sua fragilità è testimoniata da alcuni nodi che presto verranno al pettine. Voci danno per possibile uno slittamento di Brexit al 2019, dilatando nel caso l’indeterminatezza e l’irrequietezza già diffusa all’indomani del voto. In autunno probabilmente si tornerà a parlare dei problemi non risolti della Grecia, rompendo un silenzio che potrebbe lasciare il passo a nuovi timori. E certamente scuoterà i mercati e le cancellerie europee la vicenda del referendum italiano. Per non parlare del capitolo flessibilità. Non ultimo, sarà difficile capire quale sarà il seguito della tregua armata fra Germania e Bce di Draghi vista l’insofferenza mai sopita del sistema bancario tedesco. Non ci sono davanti a noi prospettive facili, tutt’altro. Ci vorrebbe un grande sforzo di razionalità in questo momento e di coesione. Il vero oro da utilizzare per andare oltre le difficoltà.

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