Padoan all’attacco in difesa del sistema bancario

Padoan

-di SANDRO ROAZZI-

Banche alla Camera. È una replica a muso duro quella del Ministro Piercarlo Padoan alle critiche sull’atteggiamento del Governo, quasi una sfida. Abbandona per una volta la proverbiale prudenza del suo linguaggio e va all’attacco: parla di informazioni fantasiose, di strumentalizzazioni che possono nuocere al settore e al Paese. E rincara la dose quando sostiene che si è assistito a “polemiche inconsulte”. Ma la frase chiave del suo intervento, rivolta all’esterno e ai mercati è un’altra: “Il settore bancario non è nella condizione di una crisi sistemica e non è fonte di vulnerabilita’ per altri sistemi bancari”. 

Il segnale è chiaro: l’Italia non è la mina sistemica che vaga per l’Europa. Come dire: nessuno si azzardi a trattarci da anello debole del sistema. Un avvertimento ma che è anche una preoccupazione. Consapevole come è che su questi problemi l’Italia arriva buona ultima dopo che altri grandi Paesi hanno aggiustato con disinvoltura i loro. Padoan ricorda le cause del difficile momento delle banche: la crisi, gli errori e gli illeciti del management, dove ci sono stati. E ripete: chi ha sbagliato, deve pagare. 

Forse però occorrerà andare oltre questa asserzione. Per affrontare le dure sfide che attendono le banche, dalle sofferenze alle inevitabili ristrutturazioni serviranno almeno due svolte: facce nuove e competenze migliori, ma anche un progetto per il futuro delle banche che ad esempio contenga il fenomeno di un dominio incontrastato della finanza e della speculazione a scapito delle esigenze del risparmio e dell’economia reale. Padoan nega che il Governo abbia compiuto invasione di campo nel mercato. Lo spiega con l’esempio di Atlante 2 che definisce una opportunità per i fondi privati, liberi di scegliere. Eppure nella prospettiva che si apre, densa di incognite, sarebbe auspicabile che il Governo si mostri più attivo e presente. Incalzare su questo versante sarebbe forse meglio che chiedere le dimissioni di un Ministro che finora ha dimostrato almeno di aver fatto il possibile per evitare che la patata bollente delle banche sfuggisse ad ogni controllo. Del resto la partita sulle banche si presta ancora a colpi di scena. Come pure gli appetiti speculativi.

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