Le legge non è uguale per tutti. Firmato: Volkswagen

Matthias-Mueller

Il dieselgate ha fatto un gran rumore nel mercato automobilistico. Almeno nell’immediato. Con il tempo, però, l’eco si è spento. E approfittando di questo progressivo spegnimento, la casa Volkswagen ha raggiunto un accordo con gli Stati Uniti e i clienti americani per un rimborso da 14,7 miliardi di dollari. Lo ha però accompagnato con un annuncio veramente sorprendente: il trattamento riservato ai clienti d’oltreoceano non verrà esteso a quelli europei. La comunicazione è stata accompagnata dalla seguente motivazione illustrata dall’amministratore delegato Mathias Mueller al giornale “Die Welt”: “Non c’è bisogno di un matematico per capire che un rimborso danni di questo tipo schiaccerebbe Volkswagen”. Comprendiamo le preoccupazioni del manager ma il mercato non è diviso in figli della gallina bianca e della gallina nera. L’Europa, poi, al contrario di quel che pensa Mueller non è il cortile della Germania dove tutto è ammesso purché deciso dalle parti di Berlino. E va bene le banche salvate con danaro pubblico, cosa ora vietata a tutti gli altri paesi; e va bene l’avanzo commerciale contrario alle norme europee, ma qui la disparità di trattamento è tale da indurre a dubitare della serietà e dell’affidabilità di una casa automobilistica che in fondo in questa situazione ci si è messa da sola.

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