Brevi notizie dalla fine del mondo. Se al prossimo referendum costituzionale le proposte di revisione costituzionale del duo Renzi-Boschi saranno bocciate il Pil calerà dello 0,7 per cento nel 2017, dell’1,2 nel 2018 e salirà appena dello 0,2 nel 2019; ma dato che nello stesso periodo con le riforme avremmo avuto un aumento del 2,3 alla fine perderemmo 4 punti di Pil a cui si aggiungerebbero 258 mila occupati in meno a fronte dei 319 mila in più che la nuova costituzione produrrebbe, quindi un differenziale di seicentomila unità; il debito pubblico salirebbe al 144 per cento del Pil, il Pil pro-capite calerebbe di 589 euro e 430 mila persone diventerebbero povere. Le stime sono di Confindustria che quando deve dare una buona notizia non bada a spese. Un consiglio, però, presidente Boccia. La propaganda del terrore è stata usata in Gran Bretagna in occasione del referendum e le cose non sono andate granché bene per il fronte del “remain”. L’Italia è notoriamente paese scaramantico e se la storia dovesse ripetersi qui da noi nessuno potrebbe mettervi al riparo dall’accusa di menagramismo.