I “cioccolatai” di David Cameron

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I veri “cioccolatai” non vivono né in Belgio né in Svizzera, ma in Gran Bretagna. Prima hanno tirato fuori la storia della petizione per un nuovo referendum sull’adesione all’Unione Europea che dovrebbe svolgersi rispettando “limiti” che non sono stati attivati in quello precedente; ora esce addirittura allo scoperto un ministro di David Cameron, Jeremy Hunt, titolare del dicastero della sanità che al Telegraph annuncia che in fondo con qualche concessione sugli immigrati Londra potrebbe tranquillamente riconvocare gli elettori e fare marcia indietro; nel frattempo, il capo del governo in persona dice che il suo paese non andrà via con la stessa sollecitudine con cui ha dovuto fare le valigie all’Europeo di calcio dove a metterli alla porta hanno provveduto un gruppo di ragazzotti venuti dall’Islanda e guidati da un capitano barbuto che prima organizza le truppe in campo e poi i tifosi per i festeggiamenti sugli spalti. Hunt è convinto che con una intesa sulle frontiere si disattiverebbe uno degli argomenti a favore dell’uscita e cioè che i risparmi sul contributo a favore dell’Unione Europea verrebbero tutti spesi per finanziare il servizio sanitario nazionale. Che in questo momento l’Isola sia percorsa da pentimenti (e anche da tensioni, vedi Scozia e Irlanda del Nord) è un dato di fatto. Ma era Winston Churchill che si prendeva gioco degli italiani affermando che combattiamo le guerre come fossero partite di calcio e le partite di calcio come fossero guerre. Adesso potremmo dire che molto meglio di noi a Londra stanno dando corpo all’affermazione di Ennio Flaiano: la situazione è grave ma non seria. Insomma, basta un piccolo sconto e torniamo amici. Su, signori, di cioccolatai in giro in ricche carrozze dai tempi di Carlo Felice ce ne sono già tanti; per ingrossarne le file non c’è bisogno del vostro volenteroso contributo.

 

 

 

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