E se Madia, bocciata dalla Corte dei Conti, si dimettesse?

P.a.: Madia convoca sindacati, riunione giovedì 12

Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, ha chiesto in una intervista a “la Repubblica” le dimissioni del commissario romano del Pd, Matteo Orfini. Richiesta formulata in toni forse poco eleganti soprattutto provenendo da una signora con un volto e una chioma bionda e fluente che ricordano le dame rinascimentali, ma incontestabile nel merito visto che il commissario in questione non è che nella Capitale, a cominciare dalla gestione della lunga e contorta eutanasia di Marino, abbia ottenuto folgoranti risultati. E, d’altro canto, in politica contano quelli. Ecco perché se tanto ci dà tanto, allora forse una qualche conseguenza la ministra in questione dovrebbe trarre a sua volta dalle severe parole pronunciate dal presidente del coordinamento delle sezioni riunite della Corte dei Conti, Angelo Buscema. Perché mentre la Marianna al forum della Cgil santificava la sua opera in materia di Pubblica Amministrazione (“è la grande riforma di sinistra che il Governo sta facendo”), l’autorevole magistrato contabile parlava di un “processo di riordino degli assetti organizzativi… defatigante, continuo e disordinato”. Se il deludente Orfini in qualità di dirigente di partito deve rinunciare alla poltroncina, l’esponente di governo non può che seguirlo in questa ritirata considerata la valutazione che la Corte dei Conti, autorità abbastanza affidabile in materia, fa di quella che lei con sprezzo del pericolo definisce la più “grande riforma di sinistra”. Sarà forse questo il motivo per cui la sinistra rischia di non esistere più?

 

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

Rispondi