Lavoro, l’Italia regno di contraddizioni

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-di SANDRO ROAZZI-

Paradossi del mercato del lavoro. I dati dell’Inps sulle assunzioni hanno rivelato una novità: l’aumento del ricorso a contratti di apprendistato (+4,4% sul primo quadrimestre del 2015) che è forse anche la conseguenza dell’affievolirsi dell’interesse delle aziende verso gli sgravi contributivi calanti per i contratti a tempo indeterminato. Resta pur sempre un segnale interessante se consideriamo che in Germania proprio l’apprendistato è considerato la porta principale per l’ingresso dei giovani al lavoro. Il boom di assunzioni nel 2015 sul piano statistico “deprime” quello dei primi quattro mesi del 2016. I contratti a tempo indeterminato nel settore privato hanno registrato non a caso una contrazione del 35,1% rispetto allo stesso periodo del 2015.

Frenano perfino i vaucher che pure crescono con un ragguardevole 43,1%, imparagonabile però rispetto al balzo compiuto nel periodo gennaio-aprile del 2015 rispetto al 2014 con un vertiginoso 77,3%. Questo andamento comunque fa presagire, come ritenuto da molti osservatori, che l’andamento economico stia rallentando, posizionando la ripresa su ritmi più blandi.

In questo scenario non molto promettente ecco che arrivano le lamentazioni dei comuni e delle province che lanciano l’allarme sull’emergenza centri dell’impiego. Strutture che sono in una fase di transizione in attesa di un nuovo sistema che dovrebbe favorire l’incrocio fra richieste di lavoro ed offerte, superando le attuali, modestissime percentuali di successo in questa fondamentale operazione… Secondo gli Enti locali le funzioni di questi organismi sono state assicurate malgrado non siano ancora trasferite le risorse necessarie al loro funzionamento. Tutto questo avviene mentre si avvicina la fine di questa gestione transitoria che – osservano ancora gli Enti locali – se dovesse subire proroghe avrebbe bisogno di un “intervento normativo che assicuri l’attribuzione della funzione alle province ed alle città metropolitane con relativa ed integrale copertura finanziaria”. Siamo alle solite: il lavoro è nei discorsi della politica una priorità, ma quando poi si va sul concreto le smagliature del sistema che dovrebbe sostenere lo sforzo per garantire posti di lavoro si sprecano. Ancora una volta la questione lavoro soffre di contraddizioni che al dunque minano la fiducia. Come meravigliarsi se poi studi e sondaggi ci segnalano che per trovare un posto di lavoro funzionano vecchi sistemi, dalla famiglia ai clan? Ed i robot incalzano.

 

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