Fisco, che confusione sotto il cielo

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-di SANDRO ROAZZI-

Scadenze fiscali alle porte. Imu e Tasi bussano alle porte di famiglie e imprese anche se l’esenzione della prima casa assottiglia l’esercito dei contribuenti. Secondo stime Uil l’acconto farà entrare nelle casse dello Stato circa 10 miliardi di euro. Il 76% di essi sono titolari di redditi da lavoro dipendente o da pensione.

Ma sotto il cielo del fisco la confusione è grande. Il Presidente del Consiglio ha posto agli imprenditori di Confcommercio il dilemma per il 2017 fra riduzione Irpef o taglio del cuneo fiscale. Un taglio, quest’ultimo di cui di solito beneficiano medie e grandi imprese nell’industia e nei servizi. Il Ministro Padoan invita ogni volta he è interpellato alla prudenza anche se fa capire che qualcosa si può fare. Il Vice Ministro Zanetti sposta al 2018 l’operazione Irpef (per 9 miliardi) motivandola con la ragione che l’anno prossimo l’Iva resterà ferma al 22% (decisione ribadita da Renzi) e serviranno risorse per proseguire sulla via degli incentivi al lavoro. Tutto bene? Mica tanto. Quale sarà lo scenario del 2018 per Iva ed incentivi? Non si può dimenticare che la crescita prevista nei prossimi due anni non farà fare salti di gioia se confermata nei fatti.

La ripresa procederà con il passo del montanaro, lento anche se determinato. Ed allora come non immaginare che fra due anni possa scoccare l’ora della riorganizzazione dell’Iva come è nell’aria da parecchio tempo? Non è un mistero infatti che organismi di tutti tipi, economici e internazionali, spingono da tempo i Governi a spostare la tassazione dalle persone alle cose. E gli incentivi concluderanno la loro corsa? Non si può non sottolineare il fatto che già la loro decurtazione quest’anno ha provocato una decelerazione nelle assunzioni che pure restano in territorio positivo. Se uno dei mali di questo periodo è l’incertezza che deprime aspettative ed investimenti delle imprese la presumibile fine di questa stagione di sgravi non aiuta. Quanto poi alla riforma dell’Irpef c’è da domandarsi se essa permetterà anche di ristabilire un equilibrio che oggi non c’è con la tassazione locale, vera spina nel fianco dei contribuenti italiani. Ed è auspicabile che essa favorisca finalmente un percorso di equità che da troppo tempo si invoca anche per evitare il crescere delle diseguaglianze. Resta sullo sfondo una operazione che talvolta fa capolino per poi dileguarsi: il riordino delle agevolazioni fiscali, non poche delle quali dedicate alle famiglie. Anche in questo caso un po’ di chiarezza sarebbe in grado di prevenire il dubbio che con una mano si da…e con l’altra si toglie.

In effetti la confusione non manca, per ora vale la pena di accontentarsi del fatto che la direzione di marcia sembra restare comunque quella che cerca di ridurre la pressione fiscale. Per chi ed il come è tutto da vedere.

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