E io voto anche se non piace a Napolitano

-di Silvano Miniati-

Giorgio Napolitano, Presidente emerito della repubblica prima ci fa sapere tramite i giornali che il giorno del referendum sarà a Londra e che non è affatto detto che rientrerà in Italia in tempo per partecipare al voto qualora decidesse di farlo.
Il ministro Poletti dichiara che domenica avrà un impegno istituzionale lontano da casa e quindi fa capire che non potrà partecipare al voto.
Il ministro Galetti ci comunica invece con molta enfasi che lui andrà a votare, ma voterà no e lo fa con motivazioni che dimostrano che per la televisione italiana il suo No vale molto di più del mio Sì. L’unica spiegazione è il fatto che lui è un ministro di questo governo e che io invece sono solo un cittadino che come altri milioni di cittadini non ha avuto la possibilità di esprimere il proprio parere.
Matteo Renzi sicuramente più informato e aggiornato di noi sostiene che l’intervento di Napolitano a favore del non voto è addirittura un atto magistrale in quanto il referendum è una vera e propria bufala e che quindi farlo fallire per mancanza di quorum è non solo atto costituzionalmente legittimo ma anche scelta politicamente auspicabile in quanto rispondente agli interessi del nostro paese.
Di fronte a un balletto davvero scomposto e privo di stile di ministri e personaggi che non sempre dimostrano di fare un uso esemplare del loro ruolo e anche del loro prestigio, viene fatto di ricordarsi Norberto Bobbio e Marco Panella e di ricordare le loro battaglie affinché i referendum raggiungessero sempre il quorum e fosse comunque possibile di esporre dei risultati e degli orientamenti di chi aveva votato anche quando il referendum veniva dichiarato nullo per mancanza di quorum.
L’idea di trasformare un diritto come quello di non andare a votare in un arma contro tutti coloro che invece a votare hanno deciso di andarci, pur sottoposti al rischio di vedere la loro scelta trasformata in una sorta di esercitazione priva di qualsiasi significato appare del tutto insopportabile. Mi sento cittadino dimezzato sapendo che del mio voto, in caso di mancanza del quorum potrebbe non rimanere traccia, e quindi che il mio sì o il mio no o la mia scheda bianca potrebbero addirittura non esistere più a causa dell’esito “non c’è quorum e quindi non c’è stato referendum”, e quindi chi ha votato non ha neppure il diritto di assistere alla lettura dei dati perché non ci sarà nessuna lettura di un dato che verrà cancellato punto e basta.
Anche per questo, decidere di votare e di dirlo chiaramente rappresenta l’unica scelta veramente chiara che ho a disposizione. Posso votare Sì, posso votare No, o posso astenermi, ma senza far parte della schiera dei disertori dal voto. Soprattutto non condividerò la colpa di coloro che non andando a votare si schiereranno obbiettivamente contro il raggiungimento del quorum e quindi anche contro il mio diritto a esprimere un Sì o un No chiari e convinti.

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

One thought on “E io voto anche se non piace a Napolitano

  1. Andrò sicuramente a votare e voterò Si proprio per non darla vinta a gente come Renzi e Napolitano.

Rispondi