Pensioni di reversibilità: Un nuovo fronte aperto dal governo  

-di SILVANO MINIATI-

Personalmente sono tra coloro che quando si discute di pensioni e di stato sociale preferiscono pensarci un po’ e vedere come si sviluppa la situazione prima di esprimere un parere.

Questa volta però non è possibile seguire questa linea, in quanto si è in presenza di un atto talmente provocatorio  nei contenuti come nelle modalità di proposta da imporre reazioni immediate. Il dato clamoroso della vicenda che ci troviamo a discutere sta nella proposta di attuazione di una norma che trasforma le pensioni di reversibilità da pensioni appunto a rendita assistenziale sottoposta a tutte le condizioni che regolano già oggi gli interventi assistenziali.

Che esista una differenza abissale tra pensione e assistenza, lo sanno bene anche i bambini. Che il passaggio da diritto previdenziale a intervento assistenziale metta in discussione il diritto in quanto tale non può esserci nessuno che può negarlo. Che un passaggio delle pensioni di reversibilità da pensione a intervento assistenziale cambi la radice stessa dell’impianto previdenziale italiano, sarebbe davvero difficile negarlo. Che esista una differenza tra un diritto che può essere anche diversamente normato nella sua fruibilità e un intervento che dipenderebbe totalmente dalle volontà del governo e dalla disponibilità di bilancio, non ci può essere nessuno che lo mette in discussione.

La stessa operazione fu fatta quando fu deciso di considerare la pensione minima o sociale non più un diritto ma un intervento sociale. Allora ci si poteva appigliare al fatto che mentre quella che veniva definita pensione minima non era strettamente collegata ad attività lavorative e a contributi pregressi, tanto è vero che nel calderone delle pensioni minime finirono anche migliaia di lavoratori soprattutto donne che vantavano periodi di contribuzione non sufficienti per raggiungere la pensione. Già in queste ore, di fronte all’ondata montante di critiche e di reazioni fortemente negative, fonti governative affermano che con questa scelta non si toglie niente ai pensionati in questione e anzi si da loro qualcosa di più.

Si tratta di una delle tante colossali bugie che in queste settimane e mesi ci siamo sentiti raccontare. Ciò è avvenuto e nessuno potrà negarlo, quando si è parlato degli 80 euro per tutti i pensionati, di aiuti e sgravi fiscali che poi non ci sono stati, di soluzione del problema degli esodati o di facilitazioni per le donne in attesa di pensione. È ormai chiaro che quando si afferma che si tratta di decisioni assunte nel nostro interesse, è consigliabile che si facciano subito i calcoli di quanto ci dovremo purtroppo rimettere.

Ricordiamo che la pensione di reversibilità è un diritto spettante a chi si vede, in quanto superstite trasferito un diritto previdenziale maturato da altri.

Un diritto che spetta quindi a coniugi e famigliari in particolari condizioni. Un diritto che certo andrebbe rivisitato e anche depurato da storture che nel tempo ne hanno condizionato la fruibilità. Un diritto che andrà comunque difeso con le unghie e con i denti e soprattutto con la determinazione di chi non accetta che Renzi e i suoi ministri assistiti dal corro plaudente dei dirigenti dell’INPS che sembrano aver dimenticato che l’istituto previdenziale non è una loro azienda privata e che ci sono milioni di cittadini direttamente coinvolti che andrebbero chiamati in causa.

Mai come i questo momento affermare che l’INPS è dei lavoratori e dei pensionati, che la pensione non si tocca, è importante anche quando metterla in discussione significherebbe trasformare un diritto in intervento assistenziale. Non si può confondere un diritto cioè la pensione in un intervento assistenziale e cioè in una scelta che governi faranno poi dipendere dalle loro politiche economiche e finanziarie, e cioè al loro piacimento.

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

One thought on “Pensioni di reversibilità: Un nuovo fronte aperto dal governo  

  1. Silvano buon giorno come stai? Condivido pienamente il tuo pensiero. Geppino Ciccaglione

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