-di GIUSEPPE TAMBURRANO-
La scissione dei 50 è fatta. Scissione? No, è l’uscita di alcuni personaggi. Bersani resta dentro mugugnando ai margini del Partito e Mineo motiva la sua uscita con allusioni volgari nei confronti del premier. Ah! Le scissioni socialiste: non condivisibili ma dignitose politicamente e ideologicamente motivate nelle quali le accuse erano ideologiche e politiche. La sola scissione che rischiò lo scontro fisico fu quella del 1892 che vide la rottura con gli anarchici e la nascita del socialismo organizzato e che soffrì i dolori del parto (“per fortuna – disse Prampolini – che nella Sala Sivori le sedie erano inchiodate al pavimento”).
Non c’è un avvenire in questa scissione che è un allargamento di Sel senza un apporto significativo, ideologico e organizzativo. I circoli PD popolati dai residui militanti e per quanto riguarda Roma dannosi e pericolosi secondo il giudizio di Barca che ha svolto una inchiesta rigorosa, non si sono accorti della scissione. Forse solo delle volgarità di Mineo.
Dunque Renzi sta come “torre ferma che giammai non crolla”? Tra le astensioni e la crescita dei pentastellati è sulla linea del rischio. Vedremo cosa succederà alle amministrative di Roma. Ma il giovane premier ostenta sicurezza e soddisfazione per come vanno le cose attribuendosi la “ripresina” in corso. Si sbaglia! Questi modesti sintomi di crescita sono la conseguenza del quantitative easing di Mario Draghi, della decontribuzione a carico dei datori di lavoro. Il job’s act ha annullato una grande conquista della sinistra, di Di Vittorio, di Nenni, l’articolo 18 che aveva cancellato l’arbitrio del datore di lavoro di licenziare ad nutum, cioè con un cenno del capo. Tra gli annunci di iniziative ora c’è anche il ponte di Messina. Ma Messina non ha bisogno di un ponte, bensì di un acquedotto!
Cari compagni, se non ci fosse papa Francesco il panorama sarebbe desolante. C’è un papa che fustiga e sanziona la corruzione al vertice della chiesa e si commuove e solidarizza con coloro che soffrono.
Da socialista ho avversato la chiesa che ci scomunicava – a parte il grande Giovanni XXIII. Ma mentre papa Roncalli guardava soprattutto alla chiesa e ai cattolici, l’impegno di papa Francesco è rivolto anche ai problemi del nostro mondo. E non c’è altra voce che denunci i mali degli esseri umani, di tutti gli esseri umani e dell’ordinamento economico, sociale, politico. Morirò francescano?
Caro Tamburrano…chiedersi perchè il pensiero <> non è stato e non è capace di porsi più in termini di pensiero di orizonte progressista umano ….secondo me sarebbe molto meglio che <> anche perchè non sarebbe il compito di un partito modernamente laico …ma casomai di chi il far politica la intende solo come parrocchia…e non credo che esista alcun pensiaro più ideologico antostorico e metafisico….e forse è il vero limite di tanta arteriosclerosi di un pensare politico ideologico…. Democratici sostanziali e progressisti dal metodo scientifico e dalle moderene e congrue cognizioni….per ridefinire diritti, bisogni e doveri umani non esiste altro percorso che non inizi dall’interiorizzata idea e comportamento di formazione permanente, e non è più possibile essere intellettuali per poi dimenticare che <> si nasce….persone si diventa solo con il lume della ragione e della conoscenza, ed è più che tempo di andare oltre ogni intendere e comprendere del pensare umano del secolo passato….e solo dei Democratici sostanziali e progressisti lo potranno almeno iniziare.