Da che pulpito viene la predica?

bagnasco-RICCARDO CAMPA-

Esattamente un anno fa, su questo blog, ho fatto un’apertura di credito a Papa Francesco e al nuovo corso della Chiesa cattolica. Credo che questo valga a testimonianza del fatto che, pur essendo io un laicista convinto, non sono “contro” la Chiesa a prescindere. Confesso, però, che sono rimasto piuttosto stupito quando ho letto le parole pronunciate da Monsignor Bagnasco nella prolusione al Consiglio permanente CEI. Non contesto al presidente dei vescovi le parole contro la corruzione e il malaffare (cfr. A. Gualtieri, Bagnasco: Corruzione: C’è un regime intoccabile ed è un’offesa ai poveri”, «la Repubblica», 23 marzo 2015). Ci mancherebbe. Parole giuste, le sue, anche se – prima di puntare il dito verso un non meglio precisato “regime” – sarebbe il caso di interrogarsi sulle responsabilità morali dei tanti affiliati a Comunione e Liberazione che operano nel sistema degli appalti svelato dall’inchiesta di Firenze. Parliamo qui delle responsabilità morali, perché quelle penali – se ci sono – non sono né di competenza mia né dell’alto prelato. Certo, non è colpa di Bagnasco se tanti ex militanti del PCI si sono riciclati nella Compagnia delle Opere per concentrarsi laddove si gestiscono i soldi pubblici (Cfr. M. Sasso, Grandi Opere, il senso ciellino per gli affari, «l’Espresso», 19 marzo 2015). Ma resta sempre in campo la domanda più scomoda: perché ai cattolici (a questi cattolici) interessano tanto i soldi, gli appalti, il potere? Qual è la funzione spirituale della Compagnia delle Opere, dello IOR, delle tante aziende e attività commerciali che fanno capo alla Chiesa cattolica? Secondo quanto rivela l’inchiesta, ci sono ombre di malaffare che si propagano grazie al principio di sussidiarietà. Ma anche ammesso che quanto hanno fatto i ciellini sia tutto regolare, legale, lecito, la domanda – retorica fin che si vuole – resta intatta nella sua validità: la Chiesa cattolica è un’associazione spirituale o un’azienda che vende prodotti?

Lo sbalordimento è continuato, anzi è aumentato, nel prosieguo della lettura, quando l’attacco è stato rivolto alla teoria del gender. Anche qui – lo dico a scanso di equivoci – non contesto il merito delle posizioni del prelato. Ha il diritto di avere la sua opinione in tema di educazione. Quello che mi sorprende è la cornice in cui inquadra la questione. Dice Bagnasco: «Il gender si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione ma, in realtà, pone la scure alla radice stessa dell’umano per edificare un transumano in cui l’uomo appare come un nomade privo di meta e a corto di identità». Il presidente della CEI parla di «una manipolazione da laboratorio, dove inventori e manipolatori fanno parte di quella “governance mondiale” che va oltre i governi eletti, e che spesso rimanda ad Organizzazioni non governative che, come tali, non esprimono nessuna volontà popolare». E incalza, rivolgendosi i genitori: «Volete questo per i vostri figli? Che a scuola – fin dall’infanzia – ascoltino e imparino queste cose, così come avviene in altri Paesi d’Europa? Reagire è doveroso e possibile».

Ora la domanda è: di chi sta parlando? Ci sono in giro tante teorie della cospirazione a riguardo di un’élite apolide mondialista che intenderebbe cancellare tutte le identità per asservire individui isolati al proprio potere e che avrebbe ormai esteso il proprio controllo sugli stati-nazione dell’Occidente. Il presidente della CEI è dunque un “complottista”? Chissà… se lo dice lui e non il solito blogger lunatico, magari qualcosa di vero c’è. In fondo, l’Entità deve essere bene informata su questi complotti. Ma allora perché Bagnasco non parla in modo chiaro e non fa nomi e cognomi? Dice ai cattolici che devono reagire. Ebbene, facendo nomi e cognomi darebbe a tutti noi le armi più efficaci per contrastare questa tentacolare “governance mondiale”. Invece si accontenta di invitare i suoi correligionari a iscrivere i figli alle scuole private cattoliche, chiedendo tra l’altro a tutti gli altri cittadini di finanziarle.

Io ricordo che, negli ultimi anni, i media hanno ripetutamente associato Mario Monti all’élite finanziaria globale che passa sopra la testa dei governi. Grazie ad essa sarebbe sbarcato in Senato e alla Presidenza del Consiglio, sul finire del 2011, senza alcuna sanzione della volontà popolare. Ma ricordo anche che, in quei frangenti, monsignor Bagnasco e Comunione e Liberazione hanno fatto quadrato intorno alla figura del professore bocconiano (P. Salvatori, Da Angelo Bagnasco a Comunione e Liberazione. La galassia cattolica si stringe attorno a Mario Monti, «Huffington Post», 28 dicembre 2012).

Infine, sono rimasto davvero a bocca aperta quando ho appreso che i laboratori in cui si forgia il transumano sono gestiti dalla stessa “governance mondiale”, per tramite di NGO (organizzazioni non governative). Secondo il prelato, questi “manipolatori” non hanno alcun diritto di fare ciò che fanno, perché nessuno li ha eletti. Intanto, i laboratori di cui parla appartengono a università, aziende ospedaliere, cliniche private, corporation. Le aziende private agiscono liberamente e nei soli limiti stabiliti dalle leggi degli Stati e dagli accordi internazionali. Che cosa stiamo contestando? La possibilità che grandi multinazionali (come Google) finanzino la ricerca scientifica, in diversi luoghi del pianeta, indirizzandola verso precisi esiti grazie agli ingenti capitali di cui dispongono? O il fatto che i CEO delle aziende private siano nominati e non eletti democraticamente? Questo significherebbe mettere in questione l’intero assetto capitalistico mondiale. Lecito farlo, per carità. Ma, se è così, sarei curioso di sapere qual è il sistema politico-economico che Bagnasco vorrebbe al posto del capitalismo globalizzato e qual è la strategia che propone per operare il cambiamento. Oppure, il presidente della CEI sta soltanto contestando l’azione lobbistica di alcune confraternite mondiali, le quali influenzerebbero i governi al fine di ottenere legislazioni favorevoli alla teoria del gender, alla nascita del transumano, agli affari di certe multinazionali? Se l’ipotesi è la seconda, dico ancora – e a maggior ragione – da che pulpito viene la predica? Che cos’è mai la Chiesa cattolica se non una grande NGO, ovvero un’organizzazione non governativa che opera a livello mondiale per influenzare i governi affinché promulghino leggi favorevoli alla propria ideologia e alle proprie attività commerciali, cercando di subordinare l’identità nazionale e politica dei cittadini all’identità cristiana (che è transnazionale e transpartitica), e che per di più ha la propria sede centrale in un paradiso fiscale? I popoli hanno forse eletto il Pontefice, o Bagnasco, o un qualsiasi parroco di campagna? Tra l’altro, le gerarchie ecclesiastiche non le hanno mai elette i popoli, nemmeno quando erano istituzioni governative. Eppure non si sono mai fatte mancare la prerogativa di interferire nella vita della gente.

Insomma, quando ho letto le parole di Bagnasco non ho potuto fare altro che pensare alla parabola del cieco che guida il cieco: «Perchè guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?» (Luca 6,41).

 

 

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