Fare bene il bene

20140807_rapite_in_siria_3GIANNA GRANATI-

Mi unisco alle voci esultanti per il ritorno delle due ragazze rapite dai ribelli siriani. Sono tornate sane e salve, non hanno subito violenze e di questo siamo tutti felici.

Non apprezzo il coro di quanti recriminano sul pagamento del riscatto perché ritengo che la vita umana non abbia prezzo. Anche se mi sconcerta che lo Stato italiano è disposto a trattare con terroristi stranieri e non con terroristi “nostrani”: vedi il caso di Aldo Moro. Vorrei però fare qualche osservazione a quanto alcuni giornalisti hanno scritto sul caso: per tutti un articolo sul Corriere della Sera del 17 gennaio, nel quale Silvia Avallone, difendendo l’operato delle due giovani, scrive: “Non ho varcato il confine in Siria per dare conforto a chi fugge da razzie e stupri….Io non ho visto da vicino i volti spaventati di chi è scampato ad una rappresaglia….” ricordando l’insegnamento che ci è stato lasciato da un grande santo, San Vincenzo de Paoli, che dell’aiuto a chi soffre ha fatto il perno della sua vita: “Fare bene il bene”. Non fare soltanto il bene, ma farlo bene, evitando di mettere a rischio di vita gli altri.

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

One thought on “Fare bene il bene

  1. sarebbe sufficiente che lo Stato Italiano decidesse di non pagare per i riscatti, ma…. essendoci due persone nella mani dei rapitori non sarà possibile cambiare rotta; l’errore è stato quello di aver pagato i primi rapimenti ora come si fa a non pagare per gli altri ?? è la solita mancanza di schiena dritta degli italiani, il ministro degli esteri può sgolarsi a dire che non è stato pagato alcunché ma nessuno ci crede.

Rispondi