E’ noto che nei momenti più drammatici ci sono le voci stonate. Nella tragedia francese la Spagna e la stessa Francia hanno espresso l’opinione che occorra rivedere il trattato di Schengen.
Sono in totale disaccordo: quel trattato è un atto di grande civiltà che avvicina i popoli europei che l’hanno firmato. Chi può credere che la revisione del trattato possa fermare la mano omicida del terrorismo?
Nessuno ha sollevato il problema dei profughi, eppure non si può escludere che molti terroristi arrivino in Italia sui barconi.
Questa via non è stata considerata, anzi, con i recenti accordi, si è permessa più libertà di accesso perché il pattugliamento di noi italiani a 30 chilometri dalle cose libiche consentiva di intercettare molti più barconi di quanto faccia lo spiegamento di natanti europei al largo del Mediterraneo.
Se la via di approvvigionamento di profughi – e tra loro forse di terroristi – è il percorso Libia-Italia bisogna andare all’origine. Qualcosa si è tentato in passato con Gheddafi creando le strutture di accoglienza sulle coste di partenza. Poi la “rivoluzione” libica ha travolto tutto ed oggi non abbiamo interlocutori, ma solo estremisti dei peggiori.
E qui cade appropriato un giudizio sull’intervento in Iraq di Bush e del “compagno” Blair. Quella guerra ha prodotto non solo tanti morti, ma anche la destabilizzazione della zona con quel che ne è seguito. Saddam non nascondeva strumenti di distruzione di massa, come ha falsamente affermato Bush e non costituiva una minaccia. Anzi era, paradossalmente, un elemento di stabilità della zona, nonostante la guerra, appoggiata dagli Stati Uniti, con l’Iran, e il tentativo di genocidio dei curdi irakeni.
Il bilancio della guerra di Bush è disastroso: un gran numero di morti e l’Iraq destabilizzato, probabilmente destinato ad essere il primo paese nelle mani dell’ISIS.
E dopo la “glorieuse” giornata di Parigi e ricordando Voltaire non puntiamo sulle restrizioni (che non siano di polizia!) ma cerchiamo di allargare gli spazi di civiltà là dove possiamo. Altrimenti la minaccia del terrorismo islamico diventerà più grave, ampia ed efficace.