Se dovessimo votare domani questi fattori pro Renzi non sarebbero in campo.
Renzi orgoglioso del suo successo ha detto che ora è tempo delle riforme. Ma Renzi non ha vinto elezioni politiche e dunque non ha una sua maggioranza parlamentare. Gli sconfitti alle elezioni europee certamente penseranno “meno male che non erano elezioni politiche”. E se qualcuno salirà sul carro del vincitore, la spinta prevalente sarà al sabotaggio per non alzare ancor più il piedistallo di Renzi.
A cominciare da Grillo – o da molti grillini- il quale capirà che “lo spettacolo è finito, la gente se ne è andata…”. Ve lo immaginate Grillo che decide di fare un comizio a Piazza S.Giovanni? Quanti ascoltatori richiamerebbe?
E i gruppi parlamentari? Qualcuno forse resterà con Renzi (Alfano?). Ma in generale prevarrà il sentimento ostile perché aiutare Renzi a realizzare le sue riforme significa rafforzarlo politicamente: e chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Questo è oggi Renzi: un gigante dai piedi (politci) d’argilla.
Se gli posso dare un consiglio: faccia la legge elettorale e vada alle elezioni. Oppure vada al voto con la legge che risulta dalla sentenza della Corte.
Fin ora ha detto: “se non mi fanno fare le riforme vado a casa” Credo che dopo il successo delle europee cambi opinione: se non mi fanno fare le riforme io vado di fronte agli elettori. Altrimenti di lui dovremmo dire: chi troppo in alto sale, cade sovente, precipitevolissimevolmente.