-GIUSEPPE TAMBURRANO-
Antonio Stella l’ha definito un venditore.
Il fenomeno Renzi è molto strano per non dire ambiguo: gli si riconosce la capacità di inventare, di “volere”, ma sussistono i dubbi che i suoi siano non molto più di “sogni”. Certo gli impegni e le promesse verranno alla verifica. Ma per ora si comporta come un bravo, affascinante venditore di promesse. Riserviamoci il giudizio quando i fatti parleranno più delle promesse.
Il “renzismo” esiste? Vi è una dottrina o “ideologia”, come si chiamava una volta, cioè una visione dei rapporti sociali e umani che caratterizzano le società organizzate? Direi che vi è Renzi, ma non il “renzismo”. Tempo addietro sul blog della Fondazione mi sono posto il problema: Renzi, uomo di “sinistra” per storia personale ha probabilmente capito che in Italia vi è un grande vuoto, il socialismo, e intende colmarlo più che con un “Manifesto” con opere, iniziative, vedendo lucidamente che con la fine, ormai imminente del berlusconismo, l’Italia si avviava verso una nuova repubblica in cui i conservatori stanno con i conservatori e i progressisti con i progressisti. Renzi, in questo scenario, dà vita a un nuovo partito socialista dopo aver abilmente “svuotato” l’equivoco berlusconismo.
Vagheggiavo che l’Italia si avviasse verso una sostanziale tripartizione delle forze politiche: una destra, un centro, una sinistra che, grazie anche alla riforma presidenzialista e ad un sistema elettorale a doppio turno, assicurassero l’alternanza delle forze e dei programmi. Mi sbagliavo.
Però credo ancora che questa è la riforma sociopolitica che aspettano tanti socialisti della diaspora e tutto il PD che è mancato all’appello (colpa di Craxi o forse più di Occhetto). Un progetto del genere darebbe a Renzi un posto nella storia più che un posto nel mercato politico.
Giuseppe Tamburrano
Certo, gli vuole decurtare il lauto stipendio!