Il buongiorno si vede dal mattino

renzi

-ALFONSO ISINELLI-

Dunque Renzi è salito al Quirinale per ricevere l’incarico di formare il governo: con toni insolitamente sobri, già calato nel ruolo, ha annunciato, all’uscita del colloquio con Napolitano, imprese roboanti nel prossimo quadrimestre: riforma elettorale e istituzionale, e poi, a cadenza mensile, lavoro, pubblica amministrazione e fisco. Auguri, visto soprattutto che nella composizione politica non c’è alcuna differenza con il, giustamente, vituperato governo Letta e  i nomi che circolano per i ministeri non destano particolare entusiasmo.

Sorvoliamo sulle modalità che hanno portato Renzi all’incarico, con la sfiducia a Letta espressa non nelle aule parlamentari, ma nel chiuso, sia pur in streaming, della direzione del PD. E sorvoliamo pure sulle indiscrezioni che trapelano sui giornali riguardo ad un accordo Renzi-Verdini, atto alla formazione di una riserva di voti al Senato, frutto di una scissione di facciata di Forza Italia, che consentirebbe in caso di contrasti insanabili con il NCD di Alfano, a Renzi di andare avanti. Speriamo solo non sia vero, perché altrimenti sai che nuova politica!!

Intanto domenica si è votato in Sardegna per le regionali: il risultato più evidente è quello della disaffezione degli elettori. Ormai oltre il 50%, conteggiando schede bianche e nulle, non esprime una preferenza verso i partiti. Certo mancava Grillo, che alle politiche del febbraio 2013 nell’isola aveva preso quasi il 30%: la scelta furba, visti i risultati dei 5 Stelle nelle tornate amministrative, di sfruttare dissidi interni per non presentare liste, ha alimentato l’astensionismo.

Nessuno può cantare vittoria, tantomeno il centrosinistra, che ha portato a casa il governatore, Francesco Pigliaru, ma solo grazie all’impresentabilità del presidente uscente, Ugo Cappellacci: il centrodestra ha ottenuto più voti di lista del centrosinistra, ma il suo candidato è risultato perdente.

E la prima uscita del PD renziano non si può dire sia stata esaltante: cinquantamila voti in meno rispetto alle regionali del 2009, che segnarono la fine della segreteria Veltroni, addirittura ottantamila rispetto alle certamente non esaltanti ultime elezioni politiche.

Il buongiorno si vede dal mattino?

Alfonso Isinelli

fondazione nenni

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