L’Italia minore abbandonata

TOFFIA

-ANTONIO TEDESCO-

In che Nazione viviamo? Un po’ pazza ma bellissima, per dirla alla Sorrentino, certo, ma anche un po’ incosciente.

L’Europa ha appena ammonito l’Italia per aver registrato nel 2012 un tasso di abbandono scolastico molto alto e lontano dall’obiettivo del raggiungimento del 10% entro il 2020: oggi siamo al 17,6% di giovani fra i 18 e i 24 che hanno lasciato gli studi prima del tempo.

Altro dato preoccupante è il numero di laureati in Italia, tra i più bassi d’Europa. Si viene a delineare un evidente arretramento del processo di alfabetizzazione. Così risulta che il 28% degli italiani (tra i 15 e i 65 anni) è incapace di comprendere un testo appena letto. Una percentuale preoccupante se confrontata con la media Ocse che si attesta al 15%. Come se non bastasse, poi, in Italia la spesa in istruzione e cultura è sempre più misera: tanto che (dati Ocse) il nostro Paese si piazza per investimenti al 31esimo posto tra i 32 considerati.

Come si esce da questa situazione? Chiudendo le  biblioteche.

In alcuni piccoli Comuni dell’entroterra laziale, nel bellissimo territorio della Sabina, custodito gelosamente dai cittadini, viene messo in discussione il sistema bibliotecario. Le biblioteche sono chiuse per mancanza di risorse e i bibliotecari (tutti preparati ed intraprendenti) sono temporaneamente senza lavoro.

Le biblioteche della Sabina sono piccoli tesori, che spesso custodiscono l’archivio storico del Comune e rappresentano un punto di riferimento per la Comunità: corsi di Yoga, di lingue, letture, presentazioni di libri, con costi bassissimi.

Confidiamo vivamente nella sensibilità di Zingaretti per una pronta soluzione del problema.

Le biblioteche nei piccoli comuni sono una sorta di “pronto soccorso” culturale, rappresentano il contesto privilegiato d’incontro e di socializzazione. Le biblioteche possono avere un ruolo importante anche per lo sviluppo economico e sociale del territorio.

Chiudere le biblioteche è un atto conformista, ci si allinea al principio consolidato che con la cultura non si mangia. Un atto che rivela non solo il disinteresse, il disamore verso lo studio, l’approfondimento ma è terribilmente diseducativo: passa il messaggio che della cultura si può fare a meno.

Tutto ciò soffoca la cultura ovvero impedisce il formarsi di una generazione di studiosi, stronca la curiosità, il futuro dei nostri bellissimi territori.

Fortunatamente molti giovani remano contro corrente e continuano a studiare, perché, siamone certi, quando in un piccolo Comune chiude una libreria, è come se si “chiudesse” un pezzo della dimensione sociale, quando chiude una biblioteca muore con essa l’identità storica, civile di una Comunità che nessun centro commerciale potrà realmente sostituire.

Antonio Tedesco

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

One thought on “L’Italia minore abbandonata

  1. Caro Tedesco, qui ad Ardea hanno chiuso la biblioteca comunale decenni fa, tanto, nessuno legge più, che fare, piuttosto? Grazia per il bellissimo articolo su George Orwell, il mio autore preferito in assoluto, sia per orientamento politico sia per la bellezza del suo linguaggio. I suoi saggi sono tra i migliori scritti in lingua inglese.

Rispondi