Il “partito unico”

La massiccia presenza dei seguaci di Grillo&Casaleggio in Parlamento pone problemi in parte conosciuti, in parte no. Conosciuti quelli che anche il folto gruppo radicale (o pannelliano) pose proponendosi come elemento nuovo di controllo democratico, di contestazione puntigliosa delle degenerazioni partitocratiche ovunque si annidassero. Tuttavia il PR aveva origini liberali, era per il pluralismo politico, anzi per un suo deciso potenziamento, era per un parlamentarismo più trasparente. Grillo oscilla fra istanze talvolta analoghe a queste (avanzate peraltro con minor cultura politica, penso al ragionieristico controllo delle spese, “anche delle caramelle” e con una certa noiosa ripetitività da maestrini) e discorsi di palingenesi attraverso maggioranze assolute che conducono al “partito unico” gestite dalla rete. Una direttrice di marcia, questa, neppure extra-parlamentare ma anti-parlamentare. Non a caso Grillo ha contestato per prima cosa l’articolo 67 della Costituzione e quel mandato parlamentare libero da vincoli che esso statuisce. Non a caso, credo di averlo già detto anche in questo blog, in sede di Costituente a esprimere alcune riserve di fondo su di esso fu il Pci che voleva imporre ai suoi parlamentari una ferrea disciplina di partito. Proprio Pier Luigi Bersani, ex comunista, ha ironizzato sulla pretesa di Grillo di praticare una linea di controllo “leninista”.
Il “partito unico” – non bisogna stancarsi di ripeterlo ai più giovani – è stata la tragedia politica del Novecento: si chiamasse Partito Comunista Sovietico (o Cinese), Partito Nazionale Fascista, o Partito nazista, franchista, ecc. Da quella negazione totale – che si pretendeva “rivoluzionaria” e che era invece eversiva e liberticida – sono nate la guerra di Spagna, la seconda guerra mondiale, lo sterminio di ebrei, zingari e omosessuali, di ogni “diverso”, ecc. Nella pancia del “grillismo” c’è un po’ di tutto. Anche molto autoritarismo, disprezzo degli altri. Vedremo ora sulle scelte politiche concrete cosa faranno. La democrazia parlamentare, rappresentativa, fin quando c’è, costringe a scegliere, a far capire chi sei con atti e voti.

Vittorio Emiliani

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

Rispondi