Politica senza memoria

In Italia politici e intellettuali sono afflitti da amnesia cronica (leggete Vuoti di memoria, di Stefano Pivato). L’amnesia è l’humus del trasformismo, nostro male endemico. Tra le mille colpe imputate a Craxi, questa non c’è. Chi nega o riscrive il proprio passato, spera di rifarsi una verginità politica. Così cambiano le sigle dei partiti, come se fossero ‘’brand’’ commerciali, ma le élites – e le lobby/caste che le esprimono – rimangono eternamente avvinghiate al potere.

Italia, Paese dei gattopardi. Sapevamo già che Veltroni non è mai stato comunista. Quando militava nel partito comunista, il suo cuore palpitava per Madre Teresa di Calcutta, per Kennedy, e non per i gerontocrati del PCUS. In cuor suo, sapeva che l’Unione Sovietica negava ogni libertà. Solo che non l’ha mai esternato.

Ora apprendiamo che Scalfari non è mai stato socialista. Il fondatore di Repubblica, (30.09.2012), scrive che, nella sua lunga vita, ha votato di tutto: repubblicano, comunista, DS e infine PD. Giammai socialista! Eppure fu eletto in parlamento nelle liste del PSI (1968-1972)! Quattro anni di militanza cancellati, gettati nella pattumiera della storia.

Qui non si tratta di smascherare le piccinerie di questo o quel personaggio: la questione è politica. L’oblìo e la damnatio memoriae sono il veleno della politica democratica. E dire che siamo nati nel Paese di Gramsci e Croce: personaggi di straordinaria caratura intellettuale: per loro una politica senza memoria storica era inconcepibile. Politica e cultura, scriveva Bobbio.

L’amnesia gioca brutti scherzi a Scalfari: il “ragazzetto” Renzi – udite, udite – causerà un’altra demenziale ‘’mutazione antropologica’’, come quella che Craxi avrebbe propiziato nel lontano 1976. Torna in auge una categoria dello Scalfari-pensiero. Ma le baggianate hanno le gambe lillipuziane. Paragonare un gigante a un nano è tempo sprecato. In ogni caso, se Craxi è il padrino di Berlusconi, a maggior ragione Renzi è il figlioccio di Veltroni. Il sindaco di Firenze — un giovane di belle speranze che sguazza in una contemporaneità nebulosa — ha trovato rifugio in un partito senza radici storiche, il PD, che Repubblica ha sostenuto acriticamente, senza sentir ragioni.

Chi ha manipolato di più il DNA della sinistra, Craxi o Veltroni? Questa è la madre di tutte le domande. Il primo, leader di un partito socialista ‘’storico’’, disse: ‘’noi vogliamo de-ideologizzare la sinistra, quindi ripudiamo ogni dogmatismo; ma rimaniamo ben saldi nell’alveo del socialismo liberale europeo”; il secondo, co-fondatore di un partito di plastica, all’americana, dice: “il socialismo in ogni sua variante è roba da ferri vecchi, fa parte dell’armamentario ideologico del Novecento”.

Ha ragione Filippo Ceccarelli (Repubblica, 14 novembre 2012): oggi predomina il marketing politico usa-e-getta. Ecco le figure ideali di Bersani, Vendola e Renzi: Giovanni XXIII; Carlo Maria Martini; Nelson Mandela. Sembra di rivedere quei piatti kitsch per turisti che cinquant’anni fa erano in bella vista nelle vetrine “dei negozi di souvenir raffigurando il volto del Papa Buono al fianco di Kennedy e di Martin Luther King”. Regola aurea, per tutti i candidati delle primarie: che il personaggio di ‘’punta’’ del mio Pantheon sia straniero, cattolico oppure in odore di santità. Eppure gli italiani (di sinistra) avrebbero tante figure di cui andar fieri: Turati, i fratelli Rosselli, Gramsci, Matteotti, Amendola (figlio), Pertini… E, fra gli intellettuali, Bobbio. Ma uno come Bobbio mica lo buca il video!

E già: la forza dei vuoti di memoria… Ma c’è di peggio: è recente la notizia che un gruppo di forlivesi, nati e cresciuti in quella che un tempo si chiamava la ‘’Romagna rossa’’, hanno proposto di dedicare il loro aeroporto al Duce Benito Mussolini. Nostalgici del Ventennio? Magari! Almeno potremmo accapigliarci sulla storia patria. No, sono ignoranti, analfabeti di ritorno: il prodotto di una politica che ha azzerato ogni dibattito storico serio; una politica che ha posto al centro dell’universo la ‘questione morale’, declinata come demonizzazione di Craxi e di Berlusconi.

No, cari amici miei di Repubblica: una levata di scudi antifascista di tanto in tanto non equivale a un dibattito. Sulla Resistenza avete tracheggiato, per non esporvi. Su Mani Pulite non avete voluto un dibattito a tutto campo. Franco Buffoni, nel bel saggio Laico alfabeto in salsa gay, dice che arriverà il giorno in cui Adolf Hitler sarà considerato alla stregua di Gengis Khan. Individui sanguinari, certo. Ma anche personaggi storici come tanti altri. C’è da stupirsi? Questo è il risultato di una politica senza memoria, senza identità, senza radici.

Edoardo Crisafulli

 

 

 

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