Le novità delle prossime elezioni saranno tante e le previsioni sono poggiate sulla sabbia.
Per cominciare, la legge elettorale se sarà quella che è davanti al Senato farà saltare i calcoli di Bersani e di Renzi. Bersani quasi certamente non raggiungerà il quorum ad onta dell’apporto di Vendola e Nencini con lui coalizzati. Renzi che si è impegnato scontando il premio di maggioranza del Porcellum, non può più ambire a diventare premier anche se vince le primarie, poichè nel Parlamento che uscirà dalle urne l’incarico sarà dato secondo i riti della Prima Repubblica, tranne che per la difficoltà di mettere insieme una maggioranza non si ricorra al Monti bis.
A destra quello che è stato il partito di maggioranza, il PDL è allo sfascio, indecifrabile, tragicomico declino, e molte delle forze superstiti veleggeranno verso i lidi del centro. Ove, in una gran confusione, stanno prendendo corpo aggregazioni moderate con la partecipazione di Casini, Montezemolo e un bel gruppo di “notabili”.
La Lega ha ritrovato la sua ispirazione di destra: la invererà con parte del PDL?
E che cosa sarà, quanto conterà la lista “arancione” di De Magistris? E dove finiranno i resti dipietrini? E Tremonti farà la sua lista? E mi fermo.
Questo puzzle va calato nell’elettorato: e qui troviamo un paesaggio completamente nuovo: 1) il “non voto” che è attorno alla metà del corpo elettorale; 2) Movimento 5 Stelle che è al 20% circa e che raccogliendo voto di protesta radicale va sommato all’astensionismo, depauperando in tal modo di circa il 60% l’elettorato, screditando la rappresentatività del Parlamento ed il prestigio del governo.
A chi darà l’incarico il Presidente? Nessun gruppo omogeneo avrà la maggioranza. Si conferma l’ipotesi del Monti bis con carattere politico. Ma quale maggioranza potrà tenerlo in vita?
Giuseppe Tamburrano