La deriva neo-liberista

Non avevamo ancora finito di leggere o di vedere in tv l’incontro parigino fra Bersani, Gabriel e il padron di casa Hollande e subito uno dei cattolici, o ex dc, del Pd, Marco Follini, ha rilasciato una intervista altamente critica nei confronti di quell’incontro, per lui come altri “democratici”, soltanto passatista. In sostanza socialisti e socialdemocratici e i democratici alla Bersani continuano a farsi (e a farci) del male ostinandosi a voler incarnare una sinistra laica europea che ha l’ambizione di contrapporre una strategia di base diversa da quella sostanzialmente neo-liberista che l’Europa sta praticando da qualche anno, da quando il centrodestra ha conquistato la maggioranza nei maggiori Paesi europei (Gran Bretagna inclusa). Neo-liberismo che è stato la causa di fondo della crisi planetaria in cui siamo precipitati e che, se usato come ricetta salvifica per curare la crisi stessa, potrà forse ritoccare i conti, ma non potrà certamente favorire una effettiva, consistente ripresa dell’economia. Lo stesso va detto del pareggio di bilancio inserito addirittura nelle carte costituzionali europee (compresa la nostra): esso impedirà qualunque politica di tipo keynesiano. Si tiene ben lontano da una simile misura Obama, si tengono ben lontani da quel cappio gli Stati Uniti (che pure si portano ancora dietro l’enorme debito ereditato dall’intervento bellico) i quali mostrano di voler praticare quella politica “interventista” in economia dalla quale l’Europa si è allontanata. Certo, lo spread fra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi è migliori, ma il nostro PIL è già diminuito, in due mesi appena, dello 0,5 per cento.
Vittorio Emiliani
fondazione nenni

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