Scatto in avanti

E’ opinione ormai diffusa che per il rilancio dell’economia italiana sia assolutamente necessario uno scatto in avanti delle forze produttive. Si ma quale scatto, si potrebbe obiettare. Non esiste una ricetta unica cu aggrapparsi in questi drammatici momenti, in cui non solo l’economia rallenta ma anche la coesione sociale sembra minacciata, per non parlare di livelli di disuguaglianza, esplosi nell’ultimo periodo. Certo è che il nuovo governo si sta misurando con queste problematiche, a partire dal nuovo vigore inferto alle liberalizzazioni. ma qui proprio qui sta il punto. Possono bastare le liberalizzazioni a rilanciare la nostra economia? ai più, almeno a giudicare dal dibattito che si è sollevato, le liberalizzazioni appaiono la panacea di tutti i mali italiani. Ma sarà proprio così? C’è una lettura alternativa che forse vale la pena considerare. Le liberalizzazioni rispondono a più obiettivi, alcuni dei quali certamente meritori. Per esempio la spinta a una certa fluidificazione di certi meccanismi di accesso alle professioni. Ma oltre a questo c’è di più. Le liberalizzazioni sono funzionali a un generale abbassamento di costi per servizi e prestazioni ad oggi fuori dalla portata o difficilmente alla portata di larghe fasce di popolazione a reddito fisso che hanno visto costantemente calare potere d’acquisto e capacità di spesa. E’ questo il nocciolo della questione. A guardare bene si tratta di un riallineamento al ribasso. E’ questa allora la prospettiva che ci deve guidare nella ricerca di nuove strade per la crescita? Non credo sia questa la strada maestra. O quanto meno non credo che questo basti. Forse varrebbe la pena guardare anche ad altri strumenti. A cominciare dalla politica industriale, di cui questo paese ha perso le tracce per troppo tempo. E’ ora di invertire la rotta. di seguire non più il pensiero dominante neoliberista ma strade nuove. O meglio strade già percorse in passato ma troppo presto messe nel dimenticatoio. Insomma è ora di tornare a Keynes. Ma non per pagare il lavoro sussidiato purché sia come gli apologeti del mercato rimproverano. Bensì creare le condizioni perché una nuova politica di sviluppo industriale possa ricollocare l’Italia nel nuovo scenario della produzione mondiale. A questo scopo non possono bastare né le sole liberalizzazioni, né le sole piccole e medie imprese. E’ questo lo scatto in avanti che ci è richiesto. Un riammodernamento del paese nella sua interezza.

Andrea Ciarini

fondazione nenni

Via Alberto Caroncini 19, Roma www.fondazionenenni.it

Rispondi