Tra le tante cose importanti che i socialisti hanno dato all’Italia vi è la Repubblica. La monarchia, salvata nel 1944 da Togliatti per decisione di Stalin, nel 1946 era salda ad onta della sconfitta nella guerra voluta da Mussolini con l’appoggio del re. Conclusasi la fase eroica della Resistenza la politica italiana è fortemente condizionata dagli Alleati, americani ed inglesi, che non intendevano consegnare l’Italia ad una sinistra legata all’Unione Sovietica che si profilava sempre più nettamente come antagonista dell’Occidente (e com’è noto, negli accordi internazionali, l’Italia fu assegnata all’influenza occidentale). Anche la Chiesa ostile alla sinistra vedeva la Repubblica come un “salto nel buio” (mentre la base democristiana era a maggioranza repubblicana). Il panorama mutava rapidamente e, come osservava Nenni, il “Vento del Nord” – cioè della Liberazione- si affievoliva quotidianamente e riemergeva l’Italia moderata, conservatrice. La prospettiva repubblicana aveva i “giorni contati”: paure e delusioni assottigliavano l’elettorato repubblicano. E Nenni non si stancava di ripetere che la vittoria diventava “una corsa contro l’orologio”, e si batteva perchè fosse quanto prima fissata la data del referendum, ad esso subordinando tutto, anche decisioni e leggi importanti.
Il due giugno la Repubblica vinse per un soffio. L’Avanti! celebrò la vittoria con un “grazie a Nenni”, scritto dal direttore Ignazio Silone.
E Nenni annotò nel suo diario sotto la data del 5 giugno: “E’ una grande giornata che.. può bastare per la vita di un militante”.