Attualità del socialismo

 L’ultimo libro di Tony Judt – Guasto è il mondo (ne ha parlato anche Giuseppe Tamburrano nel post Appunti autorevoli sulla crisi il 28 marzo scorso)— merita la massima attenzione. E per più di un motivo. Prima di tutto, perché confuta uno dei più perniciosi miti del nostro tempo: quello tanto caro ai “fondamentalisti del mercato autoregolato”, strenui difensori del capitalismo stile laissez faire. E lo fa sulla base di una documentazione puntuale, dalla quale risulta con la massima chiarezza che l’ideologia del “meno Stato” e la retorica neoliberista hanno spinto la società americana nella crisi attuale. Una crisi che non è solo economica; è anche e soprattutto morale. E’ accaduto che l’America ha voltato le spalle al modello keynesiano, centrato sull’equilibrio fra la produzione la distribuzione della ricchezza sociale regolamentato dallo Stato, e ha adottato un modello di segno opposto. Con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti : un collasso della produzione e della produttività quale non si era mai registrato dopo la crisi del ’29, 45 milioni di cittadini senza assistenza medica, la formazione di una nuova classe, quella de working poors, un inquietante incremento della delinquenza e della violenza , la rottura del patto di solidarietà che aveva regolato in qualche modo e in qualche misura i rapporti fra le classi , infine la liquidazione del principio di eguaglianza , disinvoltamente stigmatizzato dai retori della Destra come incompatibile con la libertà e lo sviluppo.

Questi i risultati della istituzionalizzazione del paradigma neoliberista. Di fronte ai quali Judt non può non riconoscere che c’è qualcosa di assai “guasto” nel corpo della società americana . Il che lo induce a tessere l’elogio del modello socialdemocratico, centrato sul compromesso dinamico fra lo Stato e il mercato. Un modello ideato sin dagli anni Quaranta e calato nella realtà con risultati tali da indurre non pochi studiosi liberali a riconoscere che la socialdemocrazia ha “civilizzato” il capitalismo: lo ha reso meno ingiusto, riducendo le sperequazioni estreme di ricchezza e di indigenza e allargando il perimetro borghese dello Stato costituzionale attraverso l’universalizzazione dei diritti di cittadinanza ( sociali, oltre che civili e politici) ; e lo ha fatto senza far perdere al sistema economico un’oncia della sua potenza produttiva.

La conclusione cui perviene Judt non può che essere una : il corpo “guasto” della società americana ha urgente bisogno di iniezioni di socialismo.

Luciano Pellicani

fondazione nenni

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