I giusti – recensione teatrale

-di RITA BORELLI-

 

“Come  individuare il giusto? L’elemento fondamentale – ci dice Massimo Cacciari – è quello che eccede ogni idea retributiva, ogni idea di scambio, qualcosa che ha profondamente a che fare con l’idea di dono, ma anche di perdono, perché manca completamente l’elemento della giustizia punitiva all’interno della visione del giusto. Il giusto dunque ha a che fare con il bene, ma il bene in quell’accezione per la quale eccede ogni calcolo e ogni misura”.

Un’idea che si sposa a meraviglia con I giusti di Camus,riproposta al teatro Duse dal bravissimo regista Mattia Spedicatodell’Accademia Silvio D’Amico.

Camus mette assieme la tematica della ribellione e con la sua filosofia dell’assurdo esposta nel Mito di Sisifo (ogni progetto umano poggia sul nulla), dando così vita a un vero e travagliato dramma etico dell’esistenza, sia sotto il profilo individuale che storico. La commedia si ispira a un fatto realmente accaduto, e si mostra ciò che avviene, in termini umani, al gruppo di rivoluzionari (i giusti, per l’appunto) che decidono di assassinare l’Arciduca per ridare libertà al popolo oppresso. Chiaro è il progetto. Ancor più chiara la sua finalità. Ma che succede, poi? Camus tesse una trama complicata, tratteggiando personaggi complessi che vacillano sul sottile filo dell’eroismo, dei sentimenti personali e, infine, dell’assurdità della vita.

I giusti descrive vividamente, rappresentandoli in situazione, i tratti della psicologia di ognuno dei protagonisti. Ogni dialogo è una partitura emotiva. Ogni scena rivela la lotta interiore di ciascuno, di come questi si rifiutino di accettare un destino crudele decidendo di agire, anche se questo potrebbe essere inutile o destinato al fallimento. La loro ribellione rappresenta la sfida individuale contro la storia e le sue ingiustizie. Ma nessuno ha fatto i conti con l’Assurdo nel quale è inevitabilmente calato, dove cerca un significato personale illudendosi di trovarlo, inconsapevole che ciò non avverrà mai (questo il motivo dello scontro fra Camus e Sartre. Non a caso, Sartre sosteneva: l’uomo è il suo progetto, dando così all’Assurdo tinte meno tragiche. Tesi che Camus non sposò mai e vi si oppose con ogni mezzo poetico a sua disposizione).

Le figure centrali dei Giusti emergono come degli eroi tragici ma quasi inconsapevoli. Kaliayev,  colui che lancerà la bomba, è un determinato idealista la cui rigida dedizione alla causa si scontra con i dubbi etici che emergeranno in lui riflettendo il suo conflitto interiore tra la giustizia ideologica e la complessità della realtà, umana e sociale. Pagherà con la vita, rifiutando la grazia offertagli dalla Granduchessa  Élisabeth. Dora, compagna di Kaliayev nella lotta e nella vita, nonché responsabile  della fabbricazione degli ordigni, appare dapprima forte e devota alla causa, ma anche in lei affioreranno dubbi morali sulla giustezza delle azioni. Devastata dal dolore per la perdita del suo compagno, chiede di poter compiere lei il successivo attentato ed avere così la chance di raggiungere Kaliayev in un mondo diverso e, spera, più giusto.

Camus, in sostanza, problematizza, senza dare facili risposte, il significato profondo della ribellione e del terrorismo, proponendoci  di rispondere ad alcune domande: è giustificatomorire per delle idee?  Il fine giustifica i mezzi? Si può avallareun atto terroristico quale conseguenza a reiterate sopraffazioni e violenze? Nessun abuso di potere o sopruso può giustificare unarisposta di violenza, perché anche questa a sua volta si basa su principi etici e morali che non hanno rispettato la vita, la dignità e la convivenza pacifica. Ma se le ragioni dei giusti cadessero d’improvviso nel loro opposto e trasformarsi in un tiranno peggiore del Granduca? Che fare, a quel punto? Qui Camus fa calare il sipario.

Notevole ed elegante la regia di Mattia Spedicato, che ha saputo guidare in modo magistrale la narrazione dell’opera con una mirabile concezione artistica ed una cura meticolosa dei dettagli. Ha inoltre proposto una visione innovativa del testo, dando mododi osservare prima il lato umano di ciascun personaggio, le loro sfumature caratteriali, i loro dubbi, per arrivare poi a inscenare la filosofia dell’Assurdo di Camus esposta nei Giusti.

Bravissimi gli attori, che hanno brillato con interpretazioni coinvolgenti e appassionate. Giovanni Conti è stato uno Stepaneccellente, intenso, emotivamente coinvolgente. Ha interpretato i dolori e le torture subite nella sua vita da rivoluzionario con intensità, ma anche misura. Edoardo Raiola è stato un intenso Kaliayev a cui ha donato la passione per gli ideali di giustizia, ma al tempo stesso  la delicatezza propria di un eroe tenero e a suo modo ingenuo. Pur nella consapevolezza del gesto terribile che doveva e voleva compiere, ha mostrato sensibilità e delicatezza. Francesca Iasi (Dora) ci ha restituito un personaggio pieno di saggezza e orgoglio, ma anche di tanta dolcezza per un amore non vissuto. Arianna Pozzi ha interpretato il ruolo maschile di Boris, conferendogli intense sfumature che hanno addolcito il lato caratteriale rendendolo così meno aspro e distaccato.

Il risultato della messa in scena è stata meravigliosa:un’esperienza avvincente e di altissima qualità attoriale.

Roma – Teatro Studio Eleonora Duse

Stagione 2023/2024

20-21 Novembre

I GIUSTI

di Albert Camus

regia e adattamento Mattia Spedicato

con

Giovanni Conti

Francesca Iasi

Arianna Pozzi

Edoardo Raiola

 

costumi
Francesco Esposito

sound designer
Francesco Chieffo studente “Sapienza” Università di Roma – corso di Laurea Magistrale in Musicologia

direttore di scena e light designer
Camilla Piccioni

sarta di scena
Valeria Forconi

foto di scena
Manuela Giusto

Video di scena
Carlo Fabiano

 

pierlu83

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