Padellaro e l’esemplarità del gesto

-di PIERLUIGI PIETRICOLA-

I giornalisti sono uomini, essenzialmente, di parole. Le producono in gran quantità e non a caso. Lo fanno per raccontare i fatti. Per fermare su carta la realtà che osservano o riportare discorsi tenuti da altri e ritenuti importanti, e quindi da diffondere. Con Il gesto di Almirante e Berlinguer, Antonio Padellaro preferisce parlare non di parole, ma di un silenzio che fu eloquente e del quale si ha poca memoria.

È ormai patrimonio comune – sebbene a pochi – che Giorgio Almirante ed Enrico Berlinguer si incontrarono per quattro o sei volte. Avvenne fra il ’78 e il ’79. Anni duri per l’Italia. Si stava per concludere un decennio che si aprì con la strage di Piazza Fontana e che sarebbe finito con l’uccisione di Aldo Moro. Periodo oscuro, di cui ancora poco sappiamo, che gettò l’allora giovane nostra Repubblica in un’orrida situazione di sconcerto.

Berlinguer e Almirante: i due leaders della sinistra e della destra. I due fieri e netti oppositori ideologici, nonché interpreti di differenti modi di sentire e di incarnare la politica del nostro paese, in quella situazione così delicata e pericolosa ricordata poc’anzi, trovarono modo di vedersi e di intendersi. Lo fecero in una stanza all’ultimo piano di Montecitorio, e di venerdì pomeriggio: così che nessuno avrebbe potuto vederli e riferire l’evento.

Cosa si dissero non lo sappiamo. Non vi sono tracce scritte a testimoniarlo. E neppure chi li accompagnava – i rispettivi uffici stampa – hanno mai potuto riferire alcunché di interesse.

Antonio Padellaro, giornalista che predilige l’interpretazione di un fatto piuttosto che la sua sola narrazione cronachistica, ricostruisce la dinamica di questi incontri. E lo fa analizzando l’importanza del gesto dei due politici. In tal modo, non è più fondamentale conoscere di cosa effettivamente discorsero Almirante e Berlinguer. Indispensabile, semmai, è sapere che i due – nonostante le rispettive posizioni e il contesto storico – si sono incontrati. E più volte.

Destra e Sinistra che decidono di dialogare al di fuori di ogni contrapposizione: concettuale e politica. Universi che mai, in linea di principio, avrebbero potuto trovare un ubi consistam di pensiero, invece individuarono perfetta comunanza in questo: nel salvare l’Italia da una pericolosa deriva – quella terroristica – verso cui le frange estreme destrorse e sinistrorse l’avrebbero condotta. E lo fecero prediligendo la discrezione, fuggendo dalla platealità.

Parlare di Almirante e Berlinguer può essere operazione di mera archeologia. Di erudizione storica. Ma farlo scegliendo la chiave di lettura adottata da Padellaro assume una rilevanza ed una luce diverse. Vuol dire richiamarsi, attraverso l’esempio di due carismatici capi di partito, a un modello di politica purtroppo desueto, che si basava sui fatti e non esclusivamente sulle parole.

Oggi assistiamo a un basso livello di confronto politico proprio perché – occorre dirlo? – coloro che siedono in Parlamento sono troppo occupati a mantenere in esercizio una retorica fine a se stessa senza far presa sui fatti. Si ripete continuamente un refrain, seppur in modi differenti, al punto da non riuscire a comprendere le dinamiche, sociali economiche e culturali, che si agitano intorno.

Il gesto di Almirante e Berlinguer aiuta, noi lettori e cittadini vittime di una politica becera, a recuperare un’etica – nel senso originario di ethos – ormai perduta. E a pretenderla. Non solo da certi politici, ma anche da alcuni giornalisti. I quali, più che badare all’esemplarità di un’azione, preferiscono farsi accecare da parole altisonanti ma prive di senso.

pierlu83

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