L’attualità di Pietro Nenni, nell’anniversario della nascita

-di FRANCESCA VIAN-

Pietro Nenni è ancora in grado di insegnarci molto(Pietro Grasso, 2016).

Nato il 9 febbraio 1891, Nenni trasformò la forza della parola in energia creatrice, a servizio del miglioramento della storia umana. Propongo alcuni grandi protagonisti del pensiero politico attuale, che ne esprimono bene la forza comunicativa: Ugo Intini, Daniele Capezzone, Riccardo Nencini, Pietro Grasso.

     “Nenni ha e avrà sempre le idee chiare. L’importante è il risultato politico da raggiungere, al quale realisticamente si deve adattare la tattica. Ma non si tratta – attenzione – né di machiavellismo, né di cinismo. Perché la bussola è sempre per lui un insieme di valori morali, che non vanno abbandonati nemmeno per un istante. Innanzitutto quello della libertà, che non è né di sinistra, né di destra, né proletaria, né borghese, bensì un valore assoluto. (…) Nenni si presentava come un nonno di campagna. E come tale sembrava lontano da molti aspetti della modernità, quasi proveniente dal secolo precedente, antico nelle mosse e nei comportamenti. Aveva per le piccole cose un’attenzione particolare, ad esempio per le mele. A fine pasto, ne pelava una con pazienza certosina e lasciava nel piatto un torsolo piccolissimo. Temendo il distacco dei dirigenti dalla gente comune, brontolava ‘se continueremo così, ci prenderanno a torsoli’. (…) ‘Dal giorno in cui veniamo al mondo –soleva dire– ci troviamo nei guai’. Non ci permettevamo mai, in sua presenza, parole meno che corrette, battute o ragionamenti meno che morigerati, perché, pur non religioso, era di un moralismo assoluto. (…) Da giornalista coglieva l’essenziale, con una capacità di sintesi e una rapidità fulminea. (…) Da giornalista seguiva l’evolversi continuo degli eventi, anche banali, ma con la saggezza che veniva da lontano inquadrava la cronaca attraverso la storia, e le dava un significato non contingente. Spesso, la saggezza era non politica, ma più semplicemente umana, intrisa al tempo stesso di verità e amarezza. (…) La civiltà contadina, abituata da generazioni al giogo, gli suggeriva, a proposito della necessità di accettare il compromesso e il meno peggio, una curiosa considerazione: ‘Meglio venticinque bastonate che cinquanta’”. Ugo Intini, Avanti!, Un giornale, un’epoca. Roma, Edizioni Ponte Sisto, 2012, p. 245, pp 432-434.

  “Con una capacità magica di farsi capire, di arrivare alla comprensione dell’ultimo ‘compagno’ o del lettore più semplice, senza con ciò perdere in eleganza, o senza rinunciare a latinismi o francesismi o anglicismi. Con un’assenza di oscurità che è il contrario del compiacimento elitista. Con una costante capacità di narrare, drammatizzare, emozionare, personificare, dare letteralmente corpo agli ‘amici’ e ai ‘nemici’: perché Nenni sa che la narrativa è più forte della saggistica, che un racconto caldo vale più di un’analisi fredda, che per convincere occorre innanzitutto emozionare”. Daniele Capezzone, Ha fatto errori ma era un leone, Italia Oggi, 20 settembre 2016, pagina 11. https://www.italiaoggi.it/news/ha-fatto-errori-ma-era-un-leone-2116390

“Prima di essere un politico è stato un grande giornalista. In Storia di quattro anni descrive in presa diretta il periodo che va dal 1919 all’avvento del fascismo: e quella storia, scritta due anni dopo, è una fotografia straordinaria di ciò che accadde. Nenni si muove nella linea dei grandi scrittori che sono stati anche reporter del loro tempo: come Jack London, che partecipò nel 1905 alla guerra russo-nipponica come giornalista, e Lev Tolstoj, che descrisse i misfatti della guerra di Crimea. Tutti e tre fotografano in maniera realistica e cruda tre momenti importantissimi per la storia europea. (…) Nenni è stato un grande tribuno e un grande oratore. C’è il riconoscimento obiettivo di Benedetto Croce e non solo, di quanto fosse attrattiva e affabulante la sua forza oratoria. (…) Se c’è stato un interprete della buona politica italiana, non c’è dubbio che quello sia Pietro Nenni: anche perché la buona politica non esime dalle sconfitte, che però non si trasformano in disfatte quando sono l’esito di battaglie condotte in buona fede” Riccardo Nencini, Protagonista della buona politica, in Mondoperaio, aprile 2016. 

‘Erano i primissimi anni 60, Nenni era segretario del Partito Socialista. Ho ancora vivido il ricordo del palco dinanzi l’ingresso del famoso teatro Massimo a Palermo. Nenni, con la sua grande capacità oratoria, arringava la folla alla lotta contro il potere dei ricchi, contro coloro che sfruttavano i lavoratori, prospettando una nuova società socialista che avrebbe abolito le diseguaglianze sociali. Parlava con tono sommesso con un crescendo incalzante che si concluse al grido che i socialisti non si sarebbero mai venduti, accompagnato dal continuo agitare del basco che era solito portare sul capo, mentre la folla esplodeva in una fragorosa ovazione. Ne rimasi profondamente suggestionato. Nenni sapeva che le grandi sfide dell’Italia non si sarebbero risolte con qualche dichiarazione di intenti, magari ben confezionata, ma che richiedevano invece un lavoro duraturo e continuo. Rimasi davvero colpito da quella non comune capacità di affrontare argomenti complicati senza mai perdere il contatto con la folla; di non cedere alle convenienze di una estrema semplificazione di problemi complessi; di essere semplice nell’esposizione senza diventare banale e di colpire con efficacia, rimanendo elegante, anche nella critica più serrata. Pietro Nenni è ancora in grado di insegnarci molto’. Pietro Grasso, 2016 in http://www.pietrograsso.org/resistere-in-piedi-le-parole-di-pietro-nenni/

Buon 128esimo compleanno, Pietro Nenni.  francescavian@gmail.com

francescavian

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