-di FRANCO LOTITO-
Qualche giorno fa il Consiglio italiano del Movimento Europeo ha varato una dichiarazione – che volentieri pubblichiamo – che saluta il voto con il quale il Parlamento europeo ha sanzionato le posizioni illiberali ed anti-europee assunte dal governo ungherese guidato da Viktor Orban. Era tempo che l’Europa democratica assumesse una posizione netta e forte contro quello che deve essere considerato a tutti gli effetti, un suo nemico dichiarato. Il merito di questo passo così importante va sicuramente a Judith Sargentini, la parlamentare verde olandese, che ha denunciato le pesanti violazioni del governo ungherese.
L’Europa ha il diritto- anzi, il dovere – di difendere i valori di libertà, di rispetto della dignità umana, democrazia ed uguaglianza sanciti dai suoi Trattati, dagli attacchi di chi li nega. Le sanzioni contro il governo ungherese sono un atto dovuto. Bene dunque il voto del Parlamento, ora, però, la parola passa al Consiglio europeo che dovrà deciderne la sostanza, le forme ed i tempi di esecuzione. Ed è qui che si presentano i problemi più seri. Il Consiglio, infatti può decidere soltanto all’unanimità ed in quella sede Orban potrà contare sulla compiacenza dei sodali del “gruppo di Visegrad” e sul preannunciato diritto di veto della Polonia.
Il diritto di veto fu pensato ed introdotto nelle norme di funzionamento dell’Unione per renderne più solide le basi attraverso l’affermazione del principio di condivisione e della pari dignità politica dei Paesi membri. Se ora il vincolo dell’unanimità viene usato per introdurre elementi di disgregazione, è giusto e necessario che quel diritto venga rimosso. Occorre per questo la modifica dell’articolo 7 del Trattato di Lisbona, ed è su questo punto che il Movimento Europeo ha annunciato una proposta “di cittadini e di cittadine europei” per modificare e superare il vincolo dell’unanimità.
Abbiamo sempre seguito con attenzione e passione europeista le vicende che soprattutto negli ultimi tempi segnano la vita dell’Unione Europea. Per questo intendiamo sostenere e fare nostra l’iniziativa del Movimento Europeo.
Da troppo tempo un populismo xenofobo e fascistoide ha invaso – sostanzialmente indisturbato – il discorso pubblico europeo. E’ un fenomeno sicuramente alimentato dal disagio sociale provocato dalla crisi economica, ma che ha assunto i carattere di movimento politico di massa da quando una parte rilevante del tradizionale elettorato moderato di centro-destra, insieme a frange non secondarie di elettorato popolare, ha trasferito il suo consenso sulle formazioni neo-nazionaliste di destra. E’ accaduto in Francia, in Austria e sta accadendo in Italia. Penetra persino nel tessuto politico delle tradizionali socialdemocrazie dei paesi del nord-Europa, come si è visto nelle recenti elezioni svedesi, e nella Germania della signora Merkel dove la CDU-CSU ha dovuto fare i conti con il grottesco paradosso di AfD. Per questo il fenomeno va indagato in tutta la sua portata politica e sociale, andando ben oltre le letture sbrigative e superficiali che purtroppo dilagano nel discorso pubblico. Se ne indaghino le cause, le possibili radici storiche; se ne colgano gli elementi che lo rendono plausibile agli occhi di chi lo apprezza. Tutto, purché sia chiaro un punto: il populismo xenofobo, razzista e fascistoide va combattuto! Ed occorre farlo con la stessa energia politica e morale che animò l’impegno antifascista ed europeista degli estensori del Manifesto di Ventotene.
Il populismo – quello che sta andando in scena nei teatri politici del continente ad opera dei Salvini, degli Orban, dei Le Pen e dei loro epigoni – è un imbroglio con il quale si cerca di ingannare il popolo sulle cause reali che ne hanno determinato l’arretramento sociale e l’impoverimento economico. Se esistono i “poteri forti” – la finanza senza scrupoli, la grande speculazione, l’industria delle armi, le lobbies miliardarie del gioco d’azzardo – non hanno nulla da temere dalle formazioni politiche della destra populista e xenofoba; tutt’altro. Perché di quei poteri, le destre populiste, sono in realtà forze gregarie. Per questo il populismo non ha alcuna intenzione di combattere la povertà e la disuguaglianza; al contrario le usa e le manipola per accrescere la sua dotazione di potere politico attraverso la mobilitazione dell’odio sociale contro gli immigrati e la coltivazione della paura.
La paura è un sentimento spietatamente reale che scava le coscienze nel profondo. Ma le ragioni che la scatenano invece, no; non hanno fondamento. I numeri di Eurostat, di IDOS sono chiari ed inequivocabili e smentiscono senza pietà le sciocchezze degli xenofobi. Eppure, per quanto statisticamente evidente, la verità soccombe sotto il peso della loro azione manipolatoria.
La paura consente alle destre di fare cassa in termini di consenso elettorale. Per questo il loro interesse non è di combatterla, ma di alimentarla. Più cresce l’allarme, più cresce il disagio sociale, più la retorica xenofoba e razzista trova spazio ed alimento.
In questa retorica tutto si tiene: il populismo aggressivo, l’imbarbarimento del linguaggio civile, l’invettiva anti-cosmopolita e, sempre più giù, un rancore anti-europeista ed anti-democratico, fino al manifestarsi di pulsioni manifestamente fascistoidi.
La sfasatura tra la realtà ed il modo in cui questa viene percepita è clamorosa e pericolosa, e ci interpella direttamente come donne e uomini che spendono il loro impegno nella ricerca culturale, nella vita politica e nell’azione sociale per l’affermazione di un umanesimo solidale e democratico. Sicché, di fronte alla portata di questo processo non basta la pur doverosissima deplorazione: un sentimento nobile, ma ormai palesemente insufficiente se si limita a testimoniare la buona coscienza civile. Occorre qualcosa di più, occorre un impegno di contrasto vero che deve iniziare già sul terreno culturale.
Il populismo è un’aberrazione della realtà politica e se si presenta nelle forme di una minaccia ai valori di libertà, democrazia ed umanesimo sui quali poggia il progetto europeo, va combattuto con tutta la determinazione necessaria. Stanno qui le ragioni per le quali, noi del Blog della Fondazione Nenni, intendiamo partecipare attivamente al sostegno di tutte le iniziative che, come quella che ha intrapreso il Movimento Europeo promuovano la ripresa di un movimento democratico progressista ed europeista.
UNGHERIA. DICHIARAZIONE DEL MOVIMENTO EUROPEO DOPO IL VOTO DELL’EUROPARLAMENTO (1)