Vertice a favore di Putin. Trump cade dal piedistallo

-di MAGDA LEKIASHVILI-

La prima promessa del presidente neo eletto Trump fu quella di pensare prima all’America. Oggi molti suoi opponenti hanno il dubbio che con “America First”, intendesse piuttosto dire “Russia First”. Ci si aspettava, infatti, che Donald Trump mostrasse fermezza con la Russia, esattamente così come ha mostrato con i suoi alleati della Nato. Appunto, ci si aspettava. Il vertice tra Trump e Vladimir Putin, nella capitale della Finlandia, è stato positivo forse solo per il Cremlino. Anche perché sembrava che il signor Trump cercasse di non ferire la Russia, di fare uscire dalla bocca frasi che accontentassero il suo collega Putin. Dalla tribuna internazionale ha contribuito a rafforzare l’immagine di Vladimir Putin come un leader con L maiuscola.

L’incontro così atteso tra i due presidenti inizia con quasi un’ora di ritardo. L’aereo di Vladimir Putin attera a Helsinki proprio quando sarebbe già dovuto iniziare il colloquio faccia a faccia con Donald Trump. Putin è noto per essere un ritardatario agli eventi importanti. Da parte di alcuni osservatori la decisione di arrivare in ritardo è considerata come un gioco di potere. Nel 2009 e nel 2012, Putin si presentò con circa 40 e 45 minuti di ritardo per i suoi incontri con l’allora presidente Barack Obama. Ha tenuto anche la cancelliera tedesca Angela Merkel e l’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich in attesa di circa quattro ore ciascuno nel 2014 e nel 2012, rispettivamente. Anche il Papa ha dovuto attendere più di un’ora a casa sua, in Vaticano nel 2015, l’arrivo di Putin.

Anche il capo del governo americano si è presentato in ritardo. Trump aveva iniziato la sua giornata incolpando gli Stati Uniti, non la Russia, per le tensioni tra i due paesi, per poi affermare in seguito che entrambe le parti hanno le loro responsabilità. “Molti anni di sciocchezza e stupidità degli Stati Uniti”, ha scritto Trump, sono il motivo per cui il rapporto degli Stati Uniti con la Russia “non è mai stato così peggiorato”. Il presidente degli Stati Uniti non ha rivolto alcuna critica a Putin o agli attacchi informatici. Non ha nemmeno menzionato i fattori che sono stati spesso oggetto di discussione fra i paesi occidentali, come le accuse contro Mosca: l’annessione della Crimea da parte russa, il suo sostegno ai ribelli in Ucraina e per il regime di Assad in Siria, la sua ingerenza negli affari politici degli Stati Uniti e in quelle di altri paesi europei, e gli avvelenamenti degli ex agenti dei servizi segreti in Inghilterra dietro i quali, secondo il governo britannico, agisce la mano invisibile del Cremlino.

Che tempismo! L’incontro avviene pochi giorni dopo che il Dipartimento di Giustizia statunitense incrimina 12 agenti dell’intelligence russa con l’accusa di aver “hackerato” il Comitato Nazionale Democratico e la campagna presidenziale di Hillary Clinton, nel tentativo di aiutare Trump. La questione è stata sollevata durante il colloquio, questione sulla quale la risposta del presidente Vladimir Putin è stata sempre negativa. Nessuna intromissione russa durante le elezioni presidenziali negli Stati Uniti.

La domanda è stata rivolta anche a Donald Trump. I giornalisti erano curiosi di sapere se il presidente americano credesse in quello che affermano i suoi servizi segreti, e cioè, che la Russia abbia interferito nelle elezioni degli Stati Uniti del 2016. Trump si è rifiutato di essere chiaro, ma ha espresso dubbi sul fatto che la Russia sia da incolpare.

In America l’opposizione si aspettava decisamente un altro tipo di incontro. Si aspettava un Trump più coraggioso riguardo le accuse contro Mosca e non affermazioni così “vergognose”. Soprattutto, i deputati democratici dicono che Donald Trump “sale sul palcoscenico internazionale per imbarazzare gli Stati Uniti, minare le istituzioni americane e indebolire le alleanze”. Di più, “la Russia ha interferito nelle elezioni americane e ha attaccato le democrazie occidentali. Perciò, Putin deve essere ritenuto responsabile, non ricompensato”.

Il senatore repubblicano John McCain ha definito la conferenza stampa di ieri come una delle più vergognose interpretazioni di un presidente americano a sua memoria. “Il danno inflitto dall’ingenuità del presidente Trump, dall’egotismo, dalla falsa equivalenza e dalla simpatia per gli autocrati è difficile da calcolare. Ma è chiaro che il vertice di Helsinki è stato un tragico errore. Lui e Putin sembravano parlare dalla stessa sceneggiatura visto come il presidente abbia fatto una scelta consapevole per difendere un tiranno contro le giuste domande di una stampa libera e per garantire a Putin una piattaforma incontestata per spargere propaganda e menzogne nel mondo”, dice McCain. Il senatore, durante la sua carriera politica, negli ultimi anni, aveva avvisato molte volte il presidente Trump di fare attenzione nel trattare con Putin. Per McCain Vladimir Putin è colpevole per l’invasione dell’Ucraina e della Georgia e per l’annessione della Crimea. È proprio lui a minacciare gli alleati della Nato con gli interventi militari. McCain è diretto nelle sue affermazioni e chiama Putin un assassino e un criminale, che “cerca di minare gli interessi della sicurezza nazionale americana”.

Mentre gli opponenti di Trump rimangono amareggiati, rappresentanti del governo russo valutano positivamente l’incontro fra i due. Il ministro degli affari esteri russo, Sergej Lavrov, usa l’aggettivo “magnifico” per mostrare “l’importanza” del colloquio, e i discorsi dei presidenti per lui sono “meglio di super (better than Super)”.

Non la pensano così i giornalisti finlandesi. Un quotidiano finlandese accoglie Donald Trump e Vladimir Putin a Helsinki ricordando loro l’importanza della libertà di espressione e della parola. 300 cartelloni pubblicitari sulla strada dall’aeroporto al luogo del vertice sono stati riempiti dai titoli di notizie sull’atteggiamento dei presidenti nei confronti della libertà di stampa. “Signor Presidente, benvenuto nella terra della stampa libera”; “Trump chiama media nemico del popolo”; “Il silenzio è mortale”, – sono solo alcuni messaggi che appaiono all’arrivo dei presidenti nella capitale della Finlandia, dice il capo redattore del quotidiano “Helsingin Sanomat”.

Non sì sa se la protesta abbia attirato l’attenzione dei presidenti, visto che nessuno dei due ne ha parlato. Ma una cosa è sicura. Entrambi i leader sembravano convinti che la Russia e gli Stati Uniti stessero entrando in un periodo di migliori relazioni e cooperazione sui problemi globali, senza però citare esattamente dove si incrociano le loro idee politiche.

Putin ha detto che la guerra in Siria, dove gli Stati Uniti e la Russia hanno appoggiato le fazioni avversarie, rappresenta in realtà una grande opportunità per la cooperazione tra i due paesi e ha adulato il signor Trump per la sua gestione della situazione della Corea del Nord. Trump quest’anno è diventato il primo presidente americano a incontrare il leader della Corea del Nord.

magdalekiashvili

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