-di MAGDA LEKIASHVILI-
Il governo della coalizione della cancelliera tedesca Angela Merkel rimane “intero” dopo aver raggiunto un accordo lunedì sulla politica migratoria del paese, ponendo fine a una situazione di stallo politico con il suo ministro degli interni. Horst Seehofer, il leader dell’Unione Cristiana Sociale, o CSU, il partito gemello della Democrazia Cristiana della Merkel, il CDU, era in una situazione “congelata” con la Merkel su come il paese dovesse trattare i richiedenti asilo che arrivano ai confini meridionali del paese. Seehofer voleva dimettersi sia come ministro degli interni che come capo del partito CSU. Sono stati i colleghi a convincerlo ad avere un ulteriore colloquio con la cancelliera. Infatti, dopo la riunione, Angela Merkel, che aveva fissato il numero preciso dei migranti da accogliere in Germania, ha concordato lunedì di costruire i campi lungo il confine con l’Austria. La pretesa di Horst Seehofer era quella di bloccare i migranti alla frontiera tedesca in caso di mancanza dei documenti necessari per l’ingresso o nel caso in cui risultassero già registrati in un altro paese europeo, altrimenti il ministro aveva minacciato di far cadere la coalizione che guida il paese. La signora Merkel, che sostiene la libera circolazione attraverso i confini europei, si è opposta a qualsiasi mossa che resuscita efficacemente i controlli di frontiera fino a lunedì sera. Ma la nuova decisione stabilirà i campi, chiamati “centri di transito”, nei quali gli immigrati appena arrivati verranno sottoposti allo screening preteso dal ministro Seehofer. Laddove ciò non sarà possibile i richiedenti asilo saranno rimandati attraverso il confine verso l’Austria.
Così Angela Merkel è riuscita a salvare il suo governo. È una svolta per un leader che si è sempre visto come il portabandiera dell’ordine liberale europeo, ma che è stato sottoposto a forti pressioni in patria dall’estrema destra e dai conservatori nella sua coalizione di governo sulla sua politica migratoria. La mossa per calmare i conservatori ha messo in luce il crescente indebolimento della Merkel. Si nota che il nazionalismo e il sentimento anti-migratorio che ha sfidato il multilateralismo in altre parti d’Europa sta prendendo velocemente piede anche nella politica tedesca tradizionale.
La cancelliera ha definito l’accordo come un “buon compromesso dopo una dura trattativa e giorni difficili. Il ritorno dei migranti nei paesi in cui si erano registrati per la prima volta con l’accordo di quella nazione ha preservato lo spirito di collaborazione dell’Unione Europea”.
La nuova politica è soggetta all’approvazione dei socialdemocratici, il terzo elemento della coalizione della Merkel.