Putin, il padrone di casa ufficiale

-di MAGDA LEKIASHVILI-

Per il suo quarto mandato presidenziale Vladimir Putin al Cremlino ha fatto il giuramento. Da lunedì è ufficialmente il padrone di casa, sia del Cremlino che della Russia, in generale. La procedura per accogliere il capo dello stato ha seguito le sue regole, il tappetto rosso ha accompagnato Putin finché non ha raggiunto l’antica sala del trono degli zar della Russia. Con la mano su una copia dorata della costituzione russa, Putin ha giurato di servire fedelmente il popolo russo, difendere gli interessi nazionali nell’arena internazionale, così come quelli che ha definito come i suoi valori tradizionali.

Escludendo un cambiamento costituzionale, il quarto mandato di Putin rischia di essere ultimo. Anche se, recentemente, ha deriso i suggerimenti di poter tornare al Cremlino nel 2030, quando sarà idoneo di nuovo per la poltrona, non se ne parla neanche minimamente dell’idea, che Vladimir Putin possa rinunciare al suo potere. La questione del suo successore come presidente non è stata discussa pubblicamente dai funzionari governativi e, come dicono gli esperti, l’argomento rimane tabù nelle mura del Cremlino. Subito dopo l’inaugurazione Putin ha nominato Dmirti Medvedev come primo ministro, riconfermando la posizione che aveva ottenuto nel 2012 dopo esser stato anche il presidente della Russia.

Le accuse di corruzione contro Medvedev hanno provocato grandi proteste dell’opposizione lo scorso anno e come riporta il Guardian, il 57% dei russi, in un recente sondaggio, si è detto insoddisfatto del suo lavoro di primo ministro. Alcuni analisti suggeriscono che il continuo sostegno di Putin a Medvedev sia dovuto alla sua utilità come capro espiatorio per i fallimenti economici.

La cerimonia di inaugurazione di lunedì è avvenuta appena due giorni dopo che le forze di sicurezza russe assistite dai combattenti cosacchi detenevano centinaia di persone, tra cui il leader dell’opposizione Alexei Navalny, durante una protesta anti-Putin nel centro di Mosca.

L’Unione Europea ha condannato la brutalità della polizia e gli arresti dei civili, mentre i difensori dei diritti umani hanno chiesto un’indagine sul motivo per cui ai cosacchi era stato permesso di attaccare i sostenitori dell’opposizione. Come riportano fonti russe dell’opposizione, il municipio di Mosca ha pagato ad un’organizzazione centrafricana pro Cremlino circa 200.000 euro per “assicurare l’ordine pubblico” nella capitale russa.

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