-di ANGELO MATTONE-
Non fosse stato per il raid in Siria, l’Unione Europea avrebbe continuato nell’indugio di rappresentare le istanze dei paesi aderenti anche in politica estera. Invece, le mire nazionalistiche della Francia di Macron hanno mostrato il re nudo! L’impazienza con cui la repubblica transalpina ha aderito al cartello sollecitato dagli Stati Uniti e partecipato dall’Inghilterra per attaccare quel delinquente di Assad, ha mostrato ai più ottimisti la concezione politica, ovvero la versione del patto di convivenza, vigente in Europa tra i paesi aderenti, in salsa francese: socializzare le perdite e capitalizzare per sé i guadagni.
Dunque, Stati Uniti d’America, Inghilterra e Francia hanno bombardato i sobborghi di Damasco, nelle settimane scorse, nella doppia ottica di mandare un ammonimento ad Assad, qualora avesse intenzione di utilizzare nuovamente armi chimiche e, in sostanza, nell’illusione di indebolirne la leadership. Mentre il fronte di sostegno alla Siria, costituito da Russia e Iran, ha mostrato la vicinanza all’alleato, smentendo l’uso dell’arsenale chimico nella regione del Ghouta e rendendo palese l’interesse francese, sostenuto da collaterali cointeressenze americane e inglesi riguardanti le ricchezze degli oleodotti, dei pozzi petroliferi e delle riserve naturali di gas siriani. E nonostante il continuo battersi il petto di Trump, May e Macron, affermando come loro obiettivo la difesa della democrazia interna, quella siriana!, gli indimenticabili interventi per rovesciare Saddam in Iraq e Gheddafi in Libia, i quali tenevano in pugno territori attraversati da tensioni incontenibili, liberando istinti ben peggiori di quelli contenuti e governati dai due dittatori, ha reso palese alla pubblica opinione mondiale, l’interesse della Francia a spianare il cammino nei territori occupati alle proprie aziende, dopo la destabilizzazione degli equilibri precedenti, consolidati dal secondo dopoguerra in poi. Naturalmente, in Iraq le industrie americane delle armi e il trust del petrolio avevano la paternità della spinta impressa a Bush padre per andare contro Saddam. Mentre in Libia la mano francese per estromettere i partner italiani dal territorio africano in loro favore costituì la spunto decisivo per l’intervento armato.
Niente di nuovo sotto il cielo del pianeta, verrebbe da dire. In politica internazionale sono i rapporti di forza a dettare dottrina e giurisprudenza! Se non fosse per quel vento, pregno di correnti d’aria, che serve a spazzare con lo smog soffocante, l’inconsistenza dell’Unione Europea, fortemente voluta per mettere assieme i popoli, giunta a spennare e privare i cittadini delle nazioni aderenti dei diritti precedentemente acquisiti, alle prossime elezioni europee i dinosauri della UE, avrebbero continuato a coprire gli interessi di pochi, imponendo l’austerità al rimanente delle nazioni malcapitate. I cittadini avvertono costoro, funzionali al potere di Germania e Francia, con Inghilterra e America, che reggono bordone fuori dal recinto, come la casta e delle palesi ingiustizie, intendono vendicarsi. Superfluo dire come. Con il voto. Mai, come in questi frangenti, in nazioni come l’Italia, ma beninteso, anche in Francia, in Austria ci sono movimenti avversi alla ingiusta politica della UE, si muovono le opinioni dei cittadini.
Ovviamente e fino a quando le colpe saranno visibili e maggiori sulle spalle dei politici locali delle nazioni vessate, Juncker e compagni avranno margini di sopravvivenza politica, così come le manovre sotterranee dello spregiudicato Macron e dell’ineffabile Merkel. Ma nel momento in cui, il ricambio nei gruppi dirigenti delle nazioni emarginate e spremute fino all’ultima stilla di ricchezza, sarà avvenuto, il destino di questi figuranti, distorsivi interpreti delle politiche di coesione europee, tradite insieme con i popoli, nei quali milioni e milioni di europei hanno creduto e per il quale si sono battuti con sacrifici economici di portata, sarà segnato. Rimane il fascino e l’utilità dell’Unione Europea, a patto possano essere ricontrattati patti e trattati, deponendo le egemonie di Francia e Germania per recuperare l’Inghilterra al progetto e smetterla con lo sfruttamento di Grecia, Italia, Portogallo e Spagna. Se questo non avvenisse, solo il ludibrio e l’oblio potrebbe coprire le colpe della politica europea.