-di MAGDA LEKIASHVILI-
Le sanzioni contro la Russia ormai non sorprendono neanche gli stessi leader russi. Ne hanno ricevuto abbastanza, sia finanziarie che diplomatiche. I diplomatici russi espulsi da Stati Uniti e Gran Bretagna fra poco saranno solo un numero. Queste storie non hanno mai avuto una vera conseguenza politica, anche se la politica ha tempi lunghi. La risposta russa è stata sempre equivalente all’attacco. Dal territorio russo sono stati cacciati i diplomatici statunitensi ed inglesi. La Russia sta per chiudere il British Council a Mosca.
Una nuova punizione arriva dagli Stati Uniti. Il budget americano di 1.300 miliardi di dollari taglierà i fondi alla Russia. Il presidente Donald Trump ha firmato il progetto di legge di 2.232 pagine, dove alcuni passaggi riguardano proprio la Russia e i suoi interventi militari nei paesi limitrofi. Il documento parla dell’illegalità delle azioni russe in Crimea e per questo il nuovo budget americano impedirà che i fondi vadano a sostenere i paesi che appoggiano l’annessione. È compito del segretario al Tesoro, Steve Mnuchin, quello di spingere gli americani a fare molta attenzione per impedire che i soldi passino a programmi di sostegno all’annessione.
Si parla anche della Georgia e dei suoi territori occupati, Abchasia ed Ossezia del Sud. La legge americana avverte il dipartimento di Stato che nessun finanziamento può essere destinato al sostegno dell’annessione di queste due regioni da parte della Russia. Anzi, la richiesta del presidente Trump è di indagare e pubblicare al più presto possibile la lista degli stati che riconoscono l’indipendenza dei territori annessi o hanno relazioni diplomatiche violando la giurisdizione internazionale e di approvare le sanzioni finanziarie contro di essi.
In una sezione di cinque pagine, intitolata “Constatare l’influenza e l’aggressione russa”, 250 milioni di dollari sono destinati ad un fondo speciale per opporsi all’influenza russa, il Countering Russian Influence Fund, un programma che mira a rafforzare la capacità delle forze dell’ordine e delle forze di sicurezza nei paesi di Europa e di Eurasia. Soprattutto per quelli che cercano di approfondire i legami con gli alleati anti-russi.