-di MAGDA LEKIASHVILI-
In politica non si dà niente per scontato. Nel 2016, mentre gli esperti politici auspicavano la vittoria di Hilary Clinton, l’America ha scelto il nuovo presidente Donald Trump. Così come nessuno poteva ipotizzare che in Europa si rafforzasse la rappresentanza dei partiti populisti e di destra. Sia in Germania che in Francia e in Italia queste forze hanno avuto un successone. Inoltre, nel cuore dell’Europa, Barcellona ha tentato di ottenere l’autonomia. Il caso russo è uno dei pochi paese in cui il risultato delle elezioni presidenziali era scontato. Infatti, credo che, nessuno abbia mai dubitato che con il supporto dei cittadini o meno, la poltrona del presidente andasse a Vladimir Putin.
Putin ha vinto le elezioni del 18 marzo con il 76,69% dei voti. E così, dopo Iosif Stalin, è il primo leader a rimanere nel palazzo della Piazza Rossa, come capo del Cremlino da oltre 20 anni, fino al 2024. Il risultato ha superato le aspettative degli stessi politici russi. Secondo i sondaggi svolti prima delle elezioni, Putin aveva il supporto quasi di 69% dei suoi cittadini. Il numero è ancora più alto rispetto le elezioni presidenziali del 2012, dove Vladimir Putin si aggiudicò il ruolo di presidente con il 63%.
Il popolo russo doveva scegliere la guida del paese fra otto candidati, incluso il comunista Pavel Grudinin (11.8%), che è diventato milionario grazie all’ex fattoria di frutta dello stato. Ha raggiunto il 5,66% dei voti lo storico oppositore Vladimir Zhrivonsky e l’1,67% Ksenia Sobchak, figlia del mentore politico di Putin, che ha presentato un programma liberale. Anche se era all’opposizione la candidata ha evitato qualsiasi critica personale a Putin. Sobchak durante la campagna elettorale ha protestato l’annessione della Crimea da parte della Russia, ha proposto le politiche economiche più liberali e di più ampie libertà, inclusi matrimoni gay. Sembrava che le sue proposte avessero attirato le attenzioni dei giovani elettori che alle urne potevano fare la scelta a favore di Sobchak. Ma questi voti non sono mai arrivati.
A differenza di Sobchak è stato espulso dalle presidenziali l’oppositore più forte di Vladimir Putin, il giovane Alexey Navalny. Lui avrebbe potuto mettere in difficoltà la candidatura di Putin, ma la sua cartella è stata archiviata. La commissione elettorale ha rifiutato al leader dell’opposizione la sollecitazione attraverso le firme a causa di una condanna penale, considerata da Navalny e dai suoi sostenitori come una vendetta politica. Perciò, Navalny è rimasto fuori gioco.
La squadra politica del presidente è convinta, che la percentuale così alta dei sostenitori di Putin sia una risposta alle accuse da parte della Gran Bretagna. Secondo il portavoce della campagna elettorale di Putin gli attacchi verbali della settimana scorsa e l’espulsione dei 23 diplomatici russi, hanno rafforzato la figura del presidente. Il voto russo, infatti, ha dimostrato la sua “invincibilità”.
Putin ha festeggiato la sua rivincita la stessa sera del 18 marzo. Ha ringraziato gli elettori riuniti nella piazza centrale di Mosca nonostante il freddo.
“Voi siete membri della nostra squadra e viceversa, io sono il membro della vostra squadra. Vedo che, tutti quelli che hanno votato per la nostra grande squadra nazionale, volevano esprimere la loro fiducia e la loro speranza per il futuro della Russia. Hanno apprezzato quello che è stato fatto negli ultimi anni. Dobbiamo convincere a venire dalla nostra parte anche coloro, che hanno votato per gli altri candidati. Ci aspetta un grande successo, si?” – ha detto il “nuovo” presidente della Russia Vladimir Putin e ha ricevuto un altro si, gridato all’unisono, dai suoi sostenitori.