Il breve “volo” della Repubblica Romana

-di FEDERICO MARCANGELI-

A 1910 anni dal primo Triumvirato (Cesare, Crasso e Pompeo) nel 1849 se ne costituì uno nuovo sulle terre papali. Armellini, Mazzini e Saffi furono infatti i moderni cesari della Repubblica Romana del 1849. Questa esperienza democratica nel centro Italia nacque sulla scia dei moti rivoluzionari del 1848 e, come la maggior parte di essi, ebbe brevissima durata.
Proprio sulla spinta di questi Pio IX concesse un primo statuto ai sudditi dello stato pontificio. Venivano in questo modo garantite (per la prima volta) alcune libertà fondamentali e fu introdotto il parlamentarismo (due camere ed un governo). Le premesse per il mantenimento del papato sembravano poste, ma in pochi mesi la situazione precipitò. Il papa condannò fortemente la guerra all’Austria (oppositrice dei moti italiani) ed una serie di vicissitudini portarono alla sua fuga nel novembre del 1848.

Di lì a poco le Camere, concesse con lo statuto, nominarono una speciale Giunta con pieni poteri di Governo. La scomunica non bastò a fermare il nuovo organo, che il 29/12/1848 avviò le procedure per l’istituzione di una Assemblea Costituente. Il suffragio universale maschile (sopra i 21 anni) avrebbe scelto i 200 rappresentanti del popolo. Le elezioni decretarono un dominio netto dei “radicali”, meno soggetti alle minacce pontificie. Il 9 Febbraio venne ufficialmente dichiarata la Repubblica.
I fondamenti costituzionali che vennero elaborati furono molto moderni per l’epoca. Si sarebbe infatti retta su una democrazia “pura”, ma sarebbe stato garantito al papa tutto il necessario per poter portare avanti il suo ruolo spirituale. Inoltre il nuovo stato “avrà col resto d’Italia le relazioni che esige la nazionalità comune”, segno di una grandissima lungimiranza politica.
Anche dal punto di vista militare la Repubblica ottenne un importante successo. Il 30 Aprile respinse l’attacco francese e mantenne in vita il sogno democratico. L’occasione però non fu sfruttata a fondo. All’esercito d’oltralpe, indebolito dagli attacchi su più fronti, non fu dato il colpo di grazia e questo divenne fatale per le sorti repubblicane.
Poco dopo Roma fu nuovamente attaccata da Ferdinando re di Napoli e le premesse di un accerchiamento divennero quantomai realistiche.
Proprio per evitare ciò, Mazzini negoziò con la Francia un accordo di non ingerenza, che però saltò pochi giorni dopo. Il primo giugno ripresero le ostilità. Per tutto il mese la città riuscì a resistere, piegandosi solo il 1° Luglio.

Nonostante i soli 5 mesi di vita la Repubblica Romana richiamò nella futura capitale numerose personalità del risorgimento italiano. Introdusse inoltre per la prima volta dei principi basilari per la società moderna. Libertà di culto, di opinione, divisione dei poteri, laicità dello stato ed abolizione della pena di morte, sono solo alcune delle conquiste che Mazzini e soci ottennero.

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