Fiscal compact: perché Padoan “frena” Renzi

-di SANDRO ROAZZI-

Il Ministro Pier Carlo Padoan smorza i toni delle polemiche sul fiscal compact, giudicato non più il problema principale. Una sorta di pietra tombale anche sull’acido duello Monti-Renzi. Probabilmente il Ministro dell’economia è mosso non solo dalla speranza di una crescita economica migliore delle previsioni ma anche dalla prudenza di chi non vuole smuovere le acque in Europa alla vigilia del preannunciato cambio di rotta, sia pur graduale, della Bce. Attento in particolare a non entrare in urto con un asse franco-tedesco per ora ancora poco decifrabile.

La situazione è poco chiara anche se dopo le elezioni tedesche il destino delle regole europee diverrà il primo nodo da sciogliere e con esso le future alleanze. Nelle quali l’Italia può entrare non da… Pierino, ma con una posizione credibile. Messo fra parentesi il problema Banche, ora torna in primo piano la questione del debito pubblico che prosegue la sua corsa. E non servirà a molto la promessa di privatizzare in un Paese dove non si riesce neppure a cancellare le province e si… fabbricano a piè sospinto società pubbliche. Ci sarà bisogno di interventi più complessi e con una Europa non ostile. Per non parlare poi del difficile superamento delle incertezze politiche che fanno bella mostra in Parlamento e fuori di esso e non creano attorno a noi un clima favorevole. Ma al dunque Padoan potrebbe aver ragione sul fiscal compact per il semplice fatto che se l’ Europa avrà la forza di progredire saranno altri gli strumenti da utilizzare, a partire da un vero coordinamento economico. Il nostro problema, allora, tornerà quello del periodo pre-crisi: evitare di essere il fanalino di coda.

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