L’Estonia ha annunciato che nessuna risposta verrà data all’Italia sul fronte del governo dei migranti: “Ascolteremo quali sono stati i cambiamenti”, ha detto il ministro degli esteri Andres Anvelt. L’Estonia è un paese di un milione e trecentomila abitanti: Roma, da sola, ne ha più del doppio. Eppure in questa bizzarra Europa è possibile che un signore che praticamente guida un “condominio” decida quale debba essere l’agenda politica di centinaia di milioni di persone. Anvelt è stato preceduto dal nuovo idolo dei moderati europei (quelli apparentemente un po’ più illuminati), Emmanuel Macron che sulla questione dell’immigrazione si è smarcato dalle sue precedenti posizioni mettendosi a metà strada tra se stesso e la Le Pen. Il tutto in attesa che la Germania vada alle urne perché poi, dopo che tutti avranno discusso, deciderà la signora Merkel. La quale è stata lestissima e molto determinata nell’imporre a tutta l’Europa di pagare profumatamente Erdogan per fermare (in maniera tutt’altro che commendevole) il flusso che arrivava dalla rotta dei Balcani e che non poco “infastidiva” Berlino. L’uso che dei quattrini fa il presidente-padrone della Turchia è sotto gli occhi di tutti: in pratica abbiamo finanziato un signore che ha sostanzialmente azzerato nel suo Paese la democrazia mettendo in galera tutti gli oppositori e perseguitando i pochi che sono ancora in libertà. Un bell’affare. La nuova Europa di Macron, assomiglia tanto alle vecchia della Merkel. Ma se le cose stanno così, allora dobbiamo seriamente porci il problema di una convivenza che è solo sudditanza, prodotta dalla debolezza di governi presieduti da premier che abbaiano alla luna e poi baciano la pantofola di Angela.