Nenni e le “lezioni” di buona Costituzione

 

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-di ANGELO GENTILE-

La lettera che qui presentiamo (un documento poco noto) venne inviata da Pietro Nenni, vice presidente del Consiglio e ministro per la Costituente, a Giuseppe Saragat, compagno di partito, appena eletto alla guida dell’Assemblea. Annuncia la chiusura del lavoro delle commissioni che Nenni aveva istituito per analizzare i tre grandi temi intorno ai quali avrebbe ruotato la Costituzione (organizzazione dello Stato, economia e lavoro). Uno studio ampio e complesso che, come aveva sottolineato lo stesso Nenni, aveva una funzione di supporto tecnico alle scelte politiche che soltanto i Costituenti avrebbero potuto adottare dall’alto dell’investitura popolare. Riletta oggi, la lettera può apparire banale. In realtà è il momento finale di un passaggio politico che, in avvio, non fu indolore né privo di polemiche. A cominciare dall’istituzione del Ministero per la Costituente. Fu uno dei primi atti del governo Parri entrato in carica il 21 giugno del 1945. E anche tra i più rilevanti

Perché la proposta di creare un ministero ad hoc si scontrò con le freddezze e l’aperta diffidenza della Dc e dei liberali. De Gasperi temeva in particolare, che affidando a Nenni, vice-presidente del Consiglio, quella poltrona, i socialisti avrebbero in qualche misura ipotecato i lavori della Costituente e condizionato pesantemente l’elaborazione della Carta. Di fronte alle insistenze del fronte opposto, il leader democristiano replicava che tutto il governo era un ministero per la Costituente. Alla fine la proposta passò (a condizioni precise: non doveva invadere “la sfera di competenza del- l’Assemblea Costituente” e non doveva sovrapporsi a un organo che in quanto sovrano non avrebbe potuto “subire limiti dal governo”) e con decreto luogotenenziale numero 435 del 31 luglio 1945, si provvide a istituire un dicastero con il compito “di preparare la convocazione dell’Assemblea Costituente e di predisporre gli elementi per lo studio della nuova Costituzione”. La struttura che già operava in una fase di grande difficoltà per il Paese, abbe a disposizione poche risorse (anche umane) e come emerge dalla lettera riuscì a realizzare quel grande lavoro di analisi potendo contare sul volontarismo delle migliori menti dell’Italia di allora.

 Nenni nominò tre sottocommissioni. Solo quella per l’organizzazione dello Stato era composta da novanta membri. Cominciarono a lavorare a ottobre del 1945, eccezion fatta per quella che si occupava dei problemi del lavoro che vide la luce soltanto nel gennaio del 1946. Per evitare conflitti, quando il presidente della Commissione per l’organizzazione dello Stato, Ugo Forti, gli chiese se tra i compiti c’era anche quello di elaborare una ipotesi di nuova Costituzione, Nenni rispose che il lavoro doveva limitarsi all’analisi tecnica. Due commissioni (organizzazione dello stato ed economia, quest’ultima presieduta dal docente della Bocconi, Giovanni de Maria) vennero divise in cinque sotto-commissioni; quella dedicata al lavoro, guidata da Antonio Pesenti, fu strutturata (come emerge anche dalla lettera) in tre sottocommissioni.

Ma Nenni non si limitò a questo aspetto istituzionale. Quella era un’Italia che usciva da un periodo in cui non si parlava di politica, non si discuteva, non si partecipava, soprattutto non si votava. La nuova Italia, poi, sarebbe nata anche con il voto delle donne che sino a quel momento erano state escluse dalla scena pubblica, tanto dallo Stato liberale quanto da quello fascista. Era fortemente avvertito il bisogno di una azione divulgativa che consentisse agli italiani di accostarsi alle urne del 2 giugno in maniera, come si suol dire ancora oggi, informata e consapevole. Nenni al ministero si portò come capo di Gabinetto un giovane e attivissimo Massimo Severo Giannini. Con la casa editrice Sansoni, venne concordata la nascita di due collane: “testi e documenti costituzionali”, diretta da Giacomo Perticone, e “studi di storia”, diretta da Carlo Ghisalberti. Grazie al contributo di intellettuali come Arturo Carlo Jemolo, Guglielmo Tagliacarne, Luisa Riva Sanseverino e Gaetano Stammati, vennero realizzati brevi opuscoli divulgativi. Ma soprattutto venne avviata la pubblicazione del “Bollettino di informazione e documentazione”: usciva ogni dieci giorni ed era composto di 16-32 pagine (tante in un pe- riodo in cui la carta era razionata). Nenni diede seguito, insomma, alle idee che aveva illustrato in risposta alle perplessità di De Gasperi: “Mettere davanti al Paese il problema della Costituzione”.

Un paio di decenni più tardi, il leader socialista raccontò così quell’esperienza: “Nel breve volgere di un anno il Ministero per la Costituente adempì a tutti i compiti ad esso commessi. Fu questo un risultato politico e tecnico di primaria importanza che fu reso possibile dal clima di grande tensione ideale che il Paese viveva in quei mesi. Nella interminabile notte della dittatura, infatti, non si era interrotto il grande discorso politico iniziato dal Risorgimento su “quale dei governi meglio si addica alla felicità dell’Italia”.

LA LETTERA DEL MINISTRO A SARAGAT

Ministero per la Costituente

Al Presidente dell’ Assemblea Costituente ROMA

IL M I N I S T R O

Signor Presidente, il Ministero per la Costituente ha esaurito i suoi studi attinenti, secondo quanto disponeva il D.L. che lo ha istituito, alla nuova costituzione e alle direttive dell’azione economica e sociale del futuro Stato. Questi lavori sono raccolti in relazioni, le cui soluzioni è inutile qui anticipare, in considerazione della loro complessità.

Esse sono distribuite come segue: 1) Commissione economica: una relazione per ciascuna delle sue 5 sottocommissioni (agricoltura, industria, finanza, credito, moneta), ciascuna accompagnata da un volume di allegati, contenente studi monografici, risposte di questionari diramati e verbali di interrogatori. La Commissione economica ha seguito il metodo dell’inchiesta e la relazione che essa ha predisposto costituisce quindi una completa e perspicua esposizione del punto di vista delle categorie economiche intorno ai problemi che nel momento attuale si pongono nel Paese.

2) Commissione di studi attinenti alla riorganizzazione dello Stato: ognuna delle 5 sottocommissioni (problemi costituzionali, organizzazione dello Stato, autonomie locali, enti pubblici non territoriali, organizzazione sanitaria e di protezione sociale) di questa seconda Commissione ha elaborato una sua relazione; il complesso delle relazioni sarà raccolto in due volumi. Confluiscono nelle relazioni di questa Commissione anche parte degli studi elaborati dalla Commissione per la riforma dell’amministrazione, istituita

 presso la Presidenza del Consiglio nell’autunno 1944. A differenza della prima Commissione, questa seconda è stata semplicemente una commissione di studio, e solo una della sue due sottocommissioni, e cioè quella per le autonomie locali, ha seguito parzialmente un metodo di inchiesta.

3) Commissione per i problemi del lavoro: questa Commissione, essendo stata istituita molto tardi, non ha potuto svolgere la sua attività come sarebbe stato nei desideri del Governo. Di conseguenza la relazione finale è risultata composta di una parte introduttiva stesa da un comitato di presidenza, e da tre relazioni parziali, elaborate rispettiva- mente da ciascuna delle sue tre sottocommissioni (problemi economici, problemi sindacali, protezione sociale). In un secondo volume di allegati sono raccolti degli studi monografici e i verbali di alcuni degli interrogatori più interessanti. Questa Commissione ha seguito anch’essa il metodo dell’inchiesta.

Attualmente le relazioni predette si trovano alla stampa, e ritengo che esse potranno cominciare ad apparire con i primi dell’entrante mese. Copia di esse sarà rimessa a ciascun componente dell’Assemblea costituente.

Per la vastità dei problemi affrontati e per la ristrettezza del tempo che il Ministero ha avuto a disposizione – essendo praticamente cominciati i lavori nell’ottobre 1945 – gli studiosi che hanno prestato la loro opera per la redazione di questi studi, con una onestà che va tutta a loro lode, mi hanno fatto presente alcuni loro scrupoli: in due lettere che Le allego, i presidenti rispettivamente della Commissione economica, prof. De Maria, e della Commissione per i problemi del lavoro, prof. Pesenti, espongono alcune lacune del lavoro compiuto, e i punti sui quali sarebbe opportuno, a parere delle Commissioni, un ulteriore approfondimento. In tali lettere si propongono alcuni suggerimenti pratici per integrare queste lacune. L’Assemblea costituente vorrà decidere in merito a tali suggerimenti.

Ella vedrà tuttavia, signor Presidente, che, ad onta del tempo ristretto e delle enormi difficoltà di lavoro, la massa degli studi compiuti è veramente di grande entità: complessivamente sono infatti in istampa quattordici volumi, tra relazioni e allegati, per circa 5.000 pagine. Per la qualità, gli studi compiuti sono certamente notevoli. Talchè ritengo che possa tributarsi la più ampia lode agli studiosi che hanno dato la loro opera, lavorando in mezzo a difficoltà di ogni genere, e che debba essersi ad essi grati per aver preposto gli interessi del Paese ad ogni altro interesse personale.

Cordialmente

Pietro Nenni

 

Roma, 29 giugno 1946

 

 

 

 

 

 

 

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