-di SANDRO ROAZZI-
Cosa resta del vertice di Taormina dal punto di vista economico? Cosa vibra sottopelle degli andamenti economici e sa di inquietudine? Perché protagonisti naturalmente “corrosivi” nei loro giudizi come Tremonti si mostrano molto prudenti? Per cominciare non si può che partire dagli Usa di Trump. Il Presidente statunitense giudicato “inaffidabile” dalla Merkel ha acconsentito ad una generica
dichiarazione contro il protezionismo per poi minacciare nei confronti dei prodotti tedeschi. E sul commercio non ci vuole un Mago per immaginare che gli Usa andranno per la loro strada con questa amministrazione in modo unilaterale. Se questo e’ l’atteggiamento reale è inutile sperare che nel mirino ci sia solo l’export tedesco, quello italiano è esposto quasi allo stesso modo. Anzi, come ha notato qualche acuto commentatore, diversi prodotti italiani “finiti” nei manufatti dell’industria tedesca rischiano anche essi inevitabilmente lo stop eventuale della teoria …Usa first.
Inoltre si affaccia negli Osservatori dei mercati finanziari l’idea che la Fed prepari rialzi dei tassi non tanto per regolare la crescita quanto per coprirsi…da possibili future fasi recessive. Mentre la speculazione che conta pare che diffidi ormai del clima rialzista.
Vendere a luci spente, insomma, non e’ peccato. Cosi’ come cresce il numero di coloro che danno per scontata la fine
del QE della Bce entro pochi mesi con contraccolpi che nessuno quantifica, forse piu’ per scaramanzia che per altro.
Lo scenario inevitabilmente presenta a questo punto i due…atti unici della rappresentazione politica in arrivo: le elezioni tedesche ed il rebus italiano.
La Merkel e’ data per vincente, beata lei. Stavolta piu’ forte dei suoi partner. E la Merkel, ignorando ormai le ombre populiste, parla di Europa che deve fare da se’. Slogan che presso l’elettorato tedesco potrebbe funzionare parecchio in quanto si tradurrebbe in quell’Europa a
coabitazione tedesca e francese in grado di reggere agli scossoni internazionali (trumpiani ma non solo…) che questa volta non mettono solo in crisi il ruolo del Vecchio Continente ma soprattutto la forza e la qualità dell’economia europea. In una parola …il tenore di vita degli europei.
Dopo le elezioni tedesche si vedra’ quanto conta la possibile sintonia Macron-Merkel, MM, per disegnare una svolta nella costruzione europea, dell’Europa a più velocità. Un contesto nel quale non sarà prevista molta indulgenza per chi arranca a meno che non ci sia un colpo di reni nella strada che porta ad un’Europa politica più unita.
Da noi è diverso: probabilmente Gentiloni avrà capito a Taormina che la discussione politica in Italia deraglia vistosamente rispetto ai veri problemi che abbiamo di fronte. Non potra’ fare molto, ma dare qualche gomitata al pirotecnico segretario del suo partito potrebbe dimostrarsi necessario per evitare di andare troppo…fuori tema. Avra tale coraggio?
A Taormina, dice Prodi, ha fatto quel che poteva. Poteva poco ma ha salvato la dignità di sicuro. Ora pero’ dovrebbe fare molto per impedire che l’Italia arrivi impreparata alle scadenze che ci aspettano. E non e’ detto che sia in grado di farlo. Un solo esempio: uno studio
della Fondazione La Malfa-Mediobanca ci ricorda che le medie imprese con la recessione sono diminuite in modo evidente. Accentuando il disagio del sud oltre tutto. Eppure le medie imprese sono ancora l’ossatura più dinamica di un sistema economico. Vederle assottigliarsi non è un buon viatico per la crescita. Altro esempio: l’altalena continua di
difficolta’ che investono le banche e che certamente non facilita il credito all’economia reale. Su questo problema è aperto un confronto con Bruxelles dall’andamento ondivago. Certo e’ che questa situazione alimenta preoccupazioni, anche…interessate, sul nostro sistema economico.
Infine il debito pubblico: visto che i prossimi mesi saranno i peggiori per poter alimentare la spesa pubblica (consuetudine tipica dei nostri periodi preelettorali) c’e’ da domandarsi quanto pesera’ questo macigno sulle valutazioni che gli altri faranno su di noi.
Bastera’ scegliere un sistema elettorale alla tedesca per metterci in scia…? E poi?