Il tema appassiona da anni sociologi e scienziati della politica: come si organizza oggi la partecipazione politica? Le opinioni sono numerose e spesso contrastanti. La ricerca del sistema migliore ancora in corso anche perché nel frattempo la crisi dei partiti tradizionali esplosa con grande fragore ad esempio con le elezioni presidenziali francesi, sollecitano e accompagnano questi processi di trasformazione. È evidente che i vecchi modelli partecipativi oggi non funzionano più. Ma ha ragione il Pd a puntare sulle Primarie o tutta la democrazia è contenuta in un display e in un clic come sostiene Beppe Grillo? O, ancora, come ha dimostrato Emmanuel Macron, alla resa dei conti a fare la differenza è la ricchezza, la disponibilità di denaro messa in campo dal candidato di En Marche, partito personale ma ben irrobustito dalla presenza di solide figure finanziarie? E in questo quadro la partecipazione che fine fa? È reale o immaginaria? Sono ipocriti i richiami a una generica e generalizzata democrazia diretta esercitata attraverso il web oppure bisogna valorizzare strumenti selezionati di democrazia diretta che, però, hanno bisogno sempre di un luogo fisico, materiale in cui svolgersi (i referendum, ad esempio)?
Di questi temi si parlerà domani, 19 maggio, nel settimo appuntamento del ciclo seminariale di alta formazione organizzato dalla Fondazione Nenni, dalla UIL, dal Forum dei Giovani e dalla Feps. Saranno esaminate soprattutto due questioni specifiche: i processi di riorganizzazione del sindacato sui quali si soffermerà il segretario organizzativo della UIL, Pierpaolo Bombardieri; i nuovi strumenti della comunicazione che oggi appaiono straordinariamente funzionali alle strategie della politica esaltando il momento della forma rispetto a quello dei contenuti (su questo secondo tema si confronteranno Francesco Miscioscia e Antonello di Mario).