Di Maio e la Repubblica delle banane

-di VALENTINA BOMBARDIERI-

Dopo il “venezuelano Pinochet” e la “lobby dei malati di cancro” Luigi Di Maio ce ne ha regalata un’altra delle sue. “L’Italia ha importato dalla Romania il 40% dei loro criminali. Mentre la Romania sta importando dall’Italia le nostre imprese e i nostri capitali. Che affare questa Ue!”. Si legge sulla sua pagina Facebook. Affermazione infelice nasce dalle parole del procuratore Sebastiano Ardita che ricordava come, secondo il governo di Bucarest, 4 romeni su 10 che avevano deciso di delinquere avevano scelto l’Italia a causa della debolezza del nostro sistema penale.

Sono 1 milione 131mila i romeni residenti, pari al 22,6 per cento del totale degli stranieri. Quasi uno su quattro e si tratta di cittadini europei ma sappiamo bene che Di Maio e la geografia (così come l’italiano) hanno litigato un po’ di tempo fa.

La pagina Facebook del candidato premier è letteralmente presa d’assalto. “Se la comunità rumena in Italia è pari al 40% di quella della UE, esclusa la Romania, il fatto che il 40% dei mandati di cattura di rumeni provenga dall’Italia suggerisce soltanto che la distribuzione dei reati è uniforme. Statistica 101. Punto 2: il 40% dei mandati di cattura non equivale al 40% di tutti i ladri della Romania. Insiemistica 101”. Scrive un giovane ragazzo. Post che chiedono “meno improvvisazione e più professionalità”, chi ancora severamente scrive “le tue analisi socio-economiche e politiche, caro Luigi, hanno l’acutezza di quelle pronunciate dallo scemo del villaggio che un tempo rimanevano confinate al bar del paese”.

Immediata è stata la protesta dell’Ambasciata rumena. Anche Gianni Pittella, presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici all’Europarlamento non si è risparmiato: «Ma come può la terza carica dello Stato, un esponente di spicco del M5S lasciarsi andare a idiozie del genere sul conto di un intero popolo, quello rumeno, che tanto ha dato in termini umani, sociali ed economici all’Italia. Non si tratta di razzismo ma ahimè di becera ignoranza. Torna a studiare Di Maio. Risparmiaci il tuo quotidiano festival delle idiozie»

La politica essendo arte complessa e sofisticata impone conoscenza e preparazione culturale. Luigi Di Maio dimostra ancora una volta di non possedere queste qualità. Voler laurearsi in matematica senza conoscere neanche le tabelline è impresa ardua ma il grillino continua sprezzante del pericolo… e delle figuracce.

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