-di DONATELLA LUCENTE-
Neil Gorsuch, il 31 gennaio è stato scelto dal presidente Trump come giudice associato della Corte Suprema degli Stati Uniti. In attesa di conferma da parte del Senato, si è presentato ieri al suo prim hearing, seminando un certo sconcerto per le dichiarazioni piuttoswto sessiste.
L’eco è stato amplificato da quanto nel frattempo aveva fatto circolare National Public Radio. Il giudice, fervente cristiano, durante la lezione di etica e professioni all’università del Colorado, ha espresso con nettezza posizioni sulle donne che non stanno né in … cielo e figurarsi se in terra. Ad esempio ha affermato che le donne sono abituate a non praticare l’etica, ingannando i datori di lavoro sulle loro maternità attese. Accetterebbero incarichi senza rivelare di essere in gravidanza o di progettare gravidanze.
Il giudice ha chiesto agli studenti di alzare la mano nel caso fossero a conoscenza di donne che avessero usato l’azienda per ottenere benefici di maternità. Ne era seguita agitazione in classe e Gorsuch, discutendo con gli studenti, aveva affermato che avrebbero dovuto tutti alzare la mano, visto che le donne manipolano le aziende per farsi assumere e quindi mettersi in congedo di maternità retribuito.
La proposta “etica” del giudice era che le aziende dovrebbero detenere il diritto di chiedere alle donne i progetti di sviluppo familiare, e solo dopo decidere se assumerle o meno.
Schierarsi con gli interessi dei datori di lavoro chiedendo alle donne di rivelare i loro progetti di famiglia, è spaventosamente sessista. Non sorprende quindi come la scelta del “guerriero ideologico” Gorsuch abbia destato forte sbigottimento e sollevato durissime reazioni. La figura del giudice appare un’appendice del pensiero trumpista. Da quando è presidente, Trump si affanna a firmare leggi e decreti che attaccano i valori fondamentali sui quali si è costruita la cultura giuridica degli Stati Uniti negli ultimi decenni: il curriculum delle sentenze di Gorsuch, deve averlo convinto che era l’uomo giusto da mettere nella Corte Suprema a salvaguardia di questa linea.
Andrebbe ricordato ai due che fare domande sui progetti di gravidanza, è vietato dalla legge, in particolare dall’articolo 27 del Codice delle pari opportunità, che recita: “E’ vietata qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso al lavoro, in forma subordinata, autonoma o in qualsiasi altra forma, indipendentemente dalle modalità di assunzione e qualunque sia il settore o il ramo di attività, a tutti i livelli della gerarchia professionale.”.